Il succo d’uva è un vero e proprio elisir di lunga vita.

Da Chiaramarina

Prima dell’avvento della penicillina era sufficiente una
broncopolmonite per uccidere un ragazzino. Senza antibiotici,
salmonelle e pneumococchi la facevano da padrone. Ci si affidava
quindi agli unici antibiotici naturali conosciuti: erbe, quali issopo
e betulla, e sopratutto il succo d’uva.
Quest’ultimo, da millenni, è sempre considerato una panacea per molti
mali, tanto che le sue applicazioni andavano sotto il nome di
ampeloterapia (dal greco ampelos vite). Bambini con violente bronchiti
venivano curati con questo succo e spesso si otteneva la guarigione.
Ora ovviamente i suoi ruoli sono diversi: in fitoterapia il succo
d’uva è ritenuto utile, vista la sua ricchezza in minerali, in tutti i
soggetti che perdono capelli, nella osteoporosi, nelle patologie
prostatiche, ma soprattutto come energizzante.
La spiegazione è facile: analizzando i suoi componenti si nota come
questo succo sia simile al latte materno, l’alimento più completo e
nobile che esista, ricco in nutraceuti e antibiotici naturali.
Come usarlo in estate? Basta spremere in una ciotola un chilo di uva
possibilmente nera (più ricca della bianca in antocianine). Dopo
averlo filtrato con un colino, rimane un grosso bicchiere di liquido
dal sapore paradisiaco.
Da usare in abbondanza per chi fa molto sport, per persone anziane
(l’unica controindicazione è il diabete), per i soggetti con problemi
di prostata, e per tutti coloro che vogliono essere in forma splendida
in modo naturale.


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