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Il Sud Italia non è come la Germania Est

Da Sviluppofelice @sviluppofelice

di Franco Pelella

Isaia Sales - Napoli non è Berlino

Isaia Sales – Napoli non è Berlino

Isaia Sales, sottosegretario nel Governo Ciampi e studioso della criminalità e del Mezzogiorno, ha scritto un libro molto bello ed opportuno (Napoli non è Berlino; Dalai editore, 2012). Lo spunto gli è stato dato dalla necessità di riflettere sui motivi della caduta politica di Antonio Bassolino. Si tratta della prima riflessione seria ed approfondita, del tutto condivisibile, sulla parabola politica di un uomo che sembrava aver legato a sé i destini di Napoli e del Sud.

Sono meno d’accordo sul confronto che Sales fa tra il Mezzogiorno d’Italia e la Germania dell’Est. Secondo l’autore l’esperienza tedesca dimostra che qualsiasi divario economico è superabile, e che lo si può superare in pochi decenni, anche partendo da distanze maggiori di quelle che ci sono in Italia tra Nord e Sud. Tuttavia il divario economico è più facilmente superabile del divario civico; e la situazione della Germania dell’Est, quanto a senso civico, non è mai stata peggiore di quella dell’Italia meridionale. Il ritardo economico non deriva da un fatto antropologico, dato una volta per sempre; ma può essere causato anche da fattori culturali (o politici, come nel caso della Germania Est).

E’ vero che, come afferma l’autore, i soldi spesi nell’area più arretrata di una nazione sviluppata non sono uno spreco, una perdita secca per lo Stato e per i territori più ricchi. Tuttavia non bisogna andare troppo in là. L’esperienza tedesca non dimostra che investire nella parte meno sviluppata sia necessariamente un affare per l’intera nazione. La storia della spesa pubblica nel Mezzogiorno dimostra che non è sempre così. Un impegno costante e coerente a trasferire massicce risorse da una parte all’altra della stessa nazione può essere benissimo sopportato dalla pubblica opinione e dai cittadini se viene sostenuto da fortissime motivazioni. Nel caso del Mezzogiorno queste motivazioni sono diminuite progressivamente quando il divario, invece di ridursi, è tornato ad aumentare. La nascita e lo sviluppo della Lega Nord sono dovuti soprattutto a queste motivazioni.

Condivido l’idea di Sales che se l’Italia vuole tornare a essere un Paese guida nel mondo globalizzato deve convincersi che ciò che oggi considera una zavorra, una palla al piede, può essere domani la sua principale opportunità economica. Ma perché ciò sia possibile (facendo diventare appetibili nuovi investimenti) devono cambiare le condizioni socio-economiche del Sud (il discorso però non è facile; anche perché i Paesi dell’Est europeo e asiatico sono in grado di fare facilmente concorrenza al Sud di oggi).

Sales afferma che non è affatto vero che per attirare investimenti nelle aree arretrate si debbano abbassare i salari. Sono d’accordo, ma per attirare gli investimenti senza abbassare i salari ci devono essere altre condizioni favorevoli (infrastrutture, funzionamento delle strutture statali, scarsa presenza della criminalità, ecc.), condizioni che nel Mezzogiorno attuale non ci sono.

E’ vero anche che in Germania non esiste un diverso tasso bancario a seconda delle aree geografiche. C’è solo un divario tra imprese rischiose e non rischiose a prescindere dalla dislocazione territoriale (mentre è noto che in Italia alle imprese meridionali si applicano tassi più alti solo per il fatto di operare in un territorio che si ritiene più rischioso). Ma in questa differenza tra Germania e Italia non vedo niente di strano: se un’azienda opera in un territorio effettivamente rischioso è normale che le banche non vogliano rischiare facilmente i loro soldi.

E’ condivisibile anche l’idea dell’autore che sono venute meno in Italia, a destra e a sinistra, solide culture politiche nazionali, la liberal-democratica, la cattolico-sociale, la social-comunista. Queste culture erano state, in diverse epoche, la base di sostegno, prima, dell’Unità d’Italia, poi della ricostruzione del dopoguerra, della ideazione della Cassa del Mezzogiorno. Esse avevano fatto da freno a ogni particolarismo territoriale. Tuttavia bisognerebbe porsi il problema del perché queste culture, che difendevano le politiche di sviluppo del Sud, siano venute meno. Si dovrebbero indagare i problemi oggettivi che hanno favorito il venir meno di queste culture.


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