Sappiamo bene dell'economia ormai agonizzante di Cuba, dei cinquant'anni di embargo (3 febbraio 1962) da parte degli Stati Uniti nei confronti dell'isola e della mancanza di libertà e di prospettive di cui usufruisce , ormai da molto troppo tempo, la popolazione locale.
Anche lo stesso turismo, per via di squallidi episodi tipo il turismo sessuale, se non quando il botto grosso sono stati addirittura rapine e morti ammazzati, non è più l'attrazione di un tempo che portava denaro magari alla solita ristretta cerchia di privilegiati.
E tuttavia qualche briciola c'era anche per gli altri.
Quanto alla mancanza di libertà, a parte l'impossibile (o quasi ) fuga dei cubani dall'isola, pur essendo essi distanti in alcuni punti delle loro spiagge solo 145 chilometri di mare dalla Florida, basti fare memoria di ciò che è accaduto e continua ad accadere all'Avana ,oggi, alla nota blogger Yohani Sanchez.
E, invece, a conti fatti e solo per pura curiosità,nel 2011 il danno economico per il Paese di Fidel, conteggiato e legato all'embargo americano, voluto da J.F.Kennedy, sarebbe ed è pari a 975 miliardi di dollari.
Ebbene, in uno scenario del genere, il Sudafrica di Zuma, memore degli aiuti ricevuti da Fidel Castro all'epoca della memorabile lotta contro l'apartheid, ha deciso di erogare a Cuba un prestito di 35,5 milioni di euro.
E di questa cifra dieci milioni vengono dati a fondo perduto.
Il grosso problema per l'isola di Cuba è garantire ai suoi abitanti un minimo di sicurezza alimentare, sicurezza che non c'è più da tempo con tutte le conseguenze derivanti di danni alla salute(malnutrizione-denutrizione...etc), specie per i bambini e comunque per le future generazioni.
Così il denaro dato in prestito dal Sudafrica verrà speso, grazie ad una clausola inclusa dallo stesso ministero sudafricano delle Finanze, per l'acquisto di sementi appunto esclusivamente sudafricane.
E il tutto avverrà sotto l'egida del ministero dell'Agricoltura sudafricano.
Insomma quasi una forma di reciproca solidarietà, visto che anche il Sudafrica vede crescere in modo esponenziale la disoccupazione tra la sua gente e quindi la povertà.
Positivo il fatto che probabilmente i cubani "qualcosa" in più avranno da mangiare ma molto di marca populista resta la politica messa in atto da Jacob Zuma e dal suo governo.
Zuma che, come tutti i"padri-padroni" del suo popolo, non intende affatto mollare il potere.
Potere che, come diceva uno che se ne intendeva, logora soltanto chi non ce l'ha.
E questo vale in Africa, a Cuba e ovunque. Persino a "casa nostra".
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)