Il Sudario di Oviedo
Il Sudario di Oviedo è un drappo di lino conservato nella Camera Santa della Cattedrale del capoluogo delle Asturie. Gli esperti lo hanno ultimamente analizzato ed hanno scoperto un grano di polline su una macchia di sangue che li ha portati ad ipotizzare che potrebbe trattarsi di un altro lembo della Sacra Sindone di Torino.I ricercatori che hanno portato a termine quest'analisi appartengono all'Università Cattolica di Murcia. Il grano di polline del Sudario di Oviedo proviene da una pianta compatibile con l'Helicrysum Sp, identificata sulla Sacra Sindone. I ricercatori non pensano che sia frutto di una contaminazione successiva. Le tracce di polline, infatti, sono concentrate sulle macchie ematiche del Sudario, sangue che - tra l'altro - appartiene allo stesso gruppo sanguigno di quello dell'uomo della Sindone.
I ricercatori si sono serviti di un microscopio a scansione elettronica di ultima generazione. L'Helicrysum è stato utilizzato per migliaia di anni come pianta cosmetica in Medio Oriente. Veniva impiegato nelle sepolture ebraiche durante il I secolo d.C.. Il mistero sulla datazione rimane, dal momento che l'analisi del Carbonio 14 sia sul Sudario che sulla Sindone ha restituito una datazione risalente al Medioevo.
La Cattedrale di San Salvador di Oviedo
(Foto: Wikipedia)
Nel 614, sempre secondo la narrazione di Pelagio, un monaco di nome Filippo fuggì portando il Sudario ad Alessandria d'Egitto. Nel 616, nell'imminenza della conquista persiana, Filippo portò l'arca di cedro che custodiva il prezioso telo nella penisola iberica e la consegnò a San Fulgenzio, vescovo di Ecija.
Il pellegrino Antonino di Piacenza (570 d.C.) conosceva la collocazione del Sudario nella grotta di un monastero sulle rive del fiume Giordano nei pressi di Gerico. La reliquia, dove varie vicissitudini, venne trasferita ad Oviedo, dove il re di Asturia Alfonso II il Casto (791-842 d.C.) fece costruire, all'interno del suo palazzo, la Camera Santa, una cappella che da allora ospita l'arca con il Sudario.