Magazine Cucina

il suo nome è Dirty Face (faccia sporca)…..

Da Cinziamaria

Digital image

Quando è arrivato nel nostro giardino era stato abbandonato e aveva la faccia ricoperta di graffi e ferite che sembrava sporca di salsa di pomodoro. Chiamarlo Faccia Sporca fu solo una conseguenza.

E’ un gattone maschio che deve averne visto qualcuna nella sua esistenza. Ma è ugualmente dolce e arrendevole tanto quanto è forte e coraggioso. Ha trascorso 3 anni nel nostro giardino, sotto il portico dove gli avevo sistemato le scodelle del cibo e dell’acqua e una casetta foderata di coperta di pile, fatta apposta per lui.

Qualche tempo dopo il suo arrivo, altri due gatti comparvero: Forrest,scuro come una foresta e Katmandid, che è la fidanzata dichiarata di Dirty Face…

Digital image

Digital image

Dice: ma non ne avevi già abbastanza di gatti?………Verissimo!…infatti questo trio viveva fuori in giardino…..e una notte hanno anche fatto un party dove si sono molto divertiti!………e il cui risultato è la foto che segue:

Digital image

Ora! potevo mai lasciare le cose come stavano, rischiando di diventare una colonia felina?………..la risposta è negativa! per cui abbiamo intrappolato tutti e tre gli adulti e sono stati sterilizzati. E abbiamo adottato ( e sterilizzato) i 4 piccoli, che ora sono così:

Digital image

Ma torniamo a Dirty Face……nel Marzo scorso c’era chiaramente qualcosa che non andava bene perchè a chiamarlo non rispondeva come suo solito, e pareva essere in un altro mondo con uno sguardo perso nel vuoto… Messo nel trasportino e portato al Pronto Soccorso Veterinario abbiamo scoperto che aveva la febbre altissima ed è stato posto sotto osservazione per 36 ore, con tutti gli esami del caso.

Per farla breve, 1700 dollari più tardi Dirty Face è uffcialmente diventato nostro e, con un po’ di pazienza, anche Forrest e Katmandid sono entrati a far parte della famiglia, non più in giardino ma in casa.

Forrest è il gatto del marito e Dirty Face è la mia coda.Non vado da nessuna parte (neppure al bagno) se lui non mi accompagna. Pare mi abbia scelto come la sua umana da amare e da non lasciare mai. Manca poco che pianga quando la sera gli do la buonanotte ed entro in camera da letto, da dove i gatti sono rigorosamente esclusi. Ma è anche una bella sensazione sentirsi voluti bene così. Mi prese un colpo! quando dalle radiografie si evidenziò che Dirty Face vive con un proiettile conficcato in una spalla.E mi chiedo sempre più spesso se non sia il caso di rivedere il significato della parola “umano”……………….

Dedicato a Dirty Face, che in questo momento è al mio lato destro che ronfa, ma anche a Forrest e soprattutto a Katmandid, che dopo 8 mesi ancora non riusciamo ad accarezzare, il che la dice lunga su come certi “umani” trattano gli animali…, un piatto che scalda il cuore………così come loro scaldano la nostra esistenza!

*****************************************

La nonna Maria lo chiamava “baccalà finito”, non chiedetemi perchè. Forse ha a che fare con il fatto che è sicuramente un piatto unico data la sua ricchezza di ingredienti. Io ve lo propongo perchè i gatti si intendono di buon pesce e perchè è una pietanza che a me parla d’amore, che sono poi le due componenti di questo post………….

baccalà finito

BACCALA’    FINITO      ( 4 )

600 gr filetti di baccalà o stoccafisso, ammollati e pronti da cuocere –  8 cucchiai olio d’oliva – 500 gr patate a pasta gialla, ben lavate e spazzolate – 100 gr pancetta in una sola fetta – 2 belle cipolle – 100 gr olive nere – 1 lattina di pomodoro a pezzettoni – 2 spicchi aglio – un mazzetto prezzemolo – vino bianco

Tagliate le patate a rondelle da mezzo cm, senza sbucciarle. Tagliate la pancetta a dadini piccoli. Affettate una cipolla finemente. Schiacciate e pulite gli spicchi d’aglio.  In una padella mettete 4 cucchiai di olio e unite la pancetta facendola dorare, unite adesso la cipolla affettata, l’aglio e le patate affettate. Regolate di sale e pepe, unite una tazzina di acqua e fate cuocere per circa 10 minuti unendo altra acqua in caso il fondo asciughi troppo. Dopo questo tempo, spolverate di sale e pepe i filetti di pesce e uniteli alle patate. Aggiungete anche una tritata di prezzemolo e un mezzo bicchiere di vino bianco. Coprite e fate cuocere per almeno 15 minuti.

Nel frattempo fate a dadini l’altra cipolla e mettetela in padella con il restante olio. Fate imbiondire e poi unite i pomodori a pezzettini e le olive tritate con il coltello, grossolanamente. Regolate di sale e pepe e fate cuocere per una ventina di minuti, a fuoco moderato e con l’aggiunta di un poco di acqua se il fondo fosse troppo asciutto.

Quando il pesce sarà cotto servitelo su un letto di patate e sormontato da una cucchiaiata dell’intingolo di cipolla,pomodori e olive. Decorate con prezzemolo fresco.


Archiviato in:comfort food - cibo che consola, PIATTI UNICI, ricette, ricordi, cucina, Tagged: aglio, alzheimer, baccalà, cipolla, comfort food, cucina, donne, famiglia, gatti, Italian cooking, mamma, memories, olio d'oliva, pancetta, pepe, pomodori, recipes, ricette, ricordi, sapori, stoccafisso, vino bianco

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :