Un'arte iconica, quella orientale, che qualcuno ha voluto chiamare "retorica della discontinuità" alludendo ai cosiddetti vuoti di colore che spesso cedono il posto alle zone dove il colore invece abbonda ed è ricco di sfumature. Il luogo della metafora, dell'incanto puro. E' quello a cui si potrebbe pensare quando si osservano le opere dell'artista coreana Kim Minjung, che ha inaugurato la mostra personale al Macro - Testaccio (Roma) il 25 gennaio e sarà aperta al pubblico fino al 4 marzo.
Il suono della luce. Il titolo della mostra evoca percezioni e attività sensoriali che potrebbero essere in contrasto tra loro tuttavia, vista e udito, nell'arte di Kim Minjung, si fondono per celebrare quelli che Roberto Borghi ha definito i "fondamenti dell'immagine". La congiunzione di pieno e vuoto si riversa sulla carta di riso (materiale utilizzato da Kim Minjung) e si concretizza attraverso l'utilizzo dell'inchiostro. Espandendosi sulla carta di riso, l'inchiostro rappresenta, metaforicamente, l'energia e la forza psichica.
L'energia e la forza psichica alla quale fa riferimento Kim Minjung conservano un'accezione del tutto orientale, abbracciando l'arte e il pensiero zen: ci si addentra in un luogo in cui l'uomo si ricongiunge con il cosmo, ritrovando se stesso. L'artista coreana, infatti, tende a dipingere sempre a terra, testimonianza del suo legame con la cultura orientale secondo cui la terra è, sempre da un punto di vista metaforico, la base per qualsiasi dipinto.
Per questo si capisce come, per Kim Minjung, ricongiungersi con il cosmo e abbracciare l'energia e la forza psichica che provengono da una zona recondita di noi stessi non rappresenta un percorso fatto da ostacoli, difficilmente riconoscibile e rintracciabile, bensì un naturale e, quasi, fisiologico cammino il quale può essere raccontato attraverso le percezioni sensoriali. Le opere di Kim Minjung potrebbero essere definite come dei manifesti comunicativi di ciò che le nostre percezioni rendono esplicito.
Metafora, evocazione ma anche retorica orientale: questa è l'arte di Kim Minjung . L'artista, tuttavia, avendo studiato anche a Milano, ha saputo magistralmente assemblare l'arte orientale con le tecniche e il sapere occidentali, approfondendo e riflettendo non solo sul suo ruolo di artista ma anche e soprattutto sul ruolo dell'arte e ciò l'arte stessa può svelare all'uomo.
Il suono della luce, mostra personale di Kim Minjung, sarà aperta al pubblico fino al 4 marzo al Macro - Testaccio (Roma).