Per ora, ci siamo accontentati di incontrare un cugino, ma la speranza è di far presto la conoscenza con un fratello gemello. Parliamo di pianeti, meglio, di quei mondi dalle caratteristiche adeguate ad ospitare la vita- proprio come quello sul quale noi ci troviamo. Copie della Terra che potrebbero ospitare creature più o meno evolute.
KEPLER-186f, IN UNA RAFFIGURAZIONE ARTISTICA
La scoperta di Kepler-186f, un pianeta roccioso grande solo il 10 per cento in più del nostro, nei giorni scorsi è rimbalzata da un giornale all’altro scatenando entusiasmi ed aspettative. Orbita attorno ad una nana rossa in 130 giorni e si trova nella cosiddetta Fascia di Abitabilità, insomma nella posizione ideale per ricevere la giusta quantità di calore dalla sua stella. Per questo gli scienziati che lo hanno annunciato immaginano che lì sopra scorra l’acqua. La vicinanza ad un astro più piccolo e freddo del Sole, tuttavia, non permette di definirlo un clone della Terra, anche se è il più somigliante scoperto fino ad oggi.
Prima o poi, però, troveremo una replica esatta del Pianeta Azzurro. Gli scienziati ne sono convinti e credono che i telescopi ottici di nuova generazione, in un futuro immediato, serviranno allo scopo. Uno dei più attesi è quello che verrà innalzato sul Cerro Armazones, nella catena montuosa del Cile nel deserto di Atacama. Un luogo desolato ed isolato, che sta per essere spianato da un team di ingegneri. Quassù infatti presto sorgerà l’European Extremely Large Telescope, un osservatorio supertecnologico che farà impallidire quello pur avanzatissimo edificato negli anni scorsi sul vicino monte Cerro Paranal, sempre dall’ESO (l’European Southern Observatory).
Una volta completato, l’E-ELT avrà uno specchio primario del diametro di 39 metri grazie al quale gli astronomi potranno perlustrare lo spazio, per studiarne le origini come nessun’altra strumentazione esistente: ricostruirà la storia delle stelle, misurerà le galassie ed investigherà sulla materia oscura. Inoltre, sarà impiegato anche per analizzare la composizione chimica delle atmosfere dei mondi alieni, alla ricerca di tracce di vita, con una precisione finora mai ottenuta. E questo, grazie alle condizioni particolari di questo deserto del Sud America.
IL FUTURO SUPER-TELESCOPIO OTTICO DELL’ESO