E con "non l'ha presa affatto bene" intendo che non me lo sono scollato di dosso finché, esausta e agonizzante, non mi ha strappato un poco convincente "Bè, si, forse non ho ancora assaggiato i supplì fatti come si deve...".Ovviamente non mi faccio convinta con così poco, tant'è che sto scrivendo questo post.
Badate bene che non sto dicendo "La carbonara fa cagare, mangia piuttosto un bel piatto di pasta alla norma e ne riparliamo", sia perché amo la carbonara, soprattutto come solo i romani la sanno fare, che perché è ovvio che tra le due non ci sia sfida, appartengono proprio a due campi semantici opposti e se fai un paragone tra le due ti meriti solo che Gordon Ramsay ti pisci sull'insalata.
Io dico solo che, da siciliana che ha vissuto per 26 anni in terra sicula avvolta dalla confortante certezza che dietro a una croccante panatura e un abbondante strato di riso allo zafferano ci fosse sempre un godurioso ripieno pronto a commuovermi fino alla sazietà, addentare per la prima volta un supplì sia stato un po' un trauma.
"Ma il supplì e l'arancino sono due cose diverse!"
E sì, romano, t'ho capito; però ammetterai che le due cose si somiglino alquanto (eccetto che per le dimensioni, ma giù da noi fanno anche gli arancini mignon quindi sticazzi): croccante panatura + riso = siciliana che dopo 26 anni di condizionamento e 6 mesi di astinenza comincia a salivare peggio del cane di Pavlov e poi si ritrova con il nulla in bocca. E prima ancora che possa riflettere sul fatto che siano due cose diverse e bla bla bla, il cervello è andato già indietro nel tempo e nei meandri della memoria ha già tirato fuori il database di tutti gli arancini addentati nella sua vita (che avrai pure una memoria di cacca, ma questo è il tipo di cose che certo non si dimenticano).
Inoltre anche wikipedia sostiene che le due ricette siano simili quindi non sono pazza (sto solo dicendo che una ricetta sia migliore dell'altra, parere assolutamente soggettivo e privo di qualunque attendibilità empirica).
Sempre wikipedia, tra l'altro, ci informa che la ricetta dell'arancino "è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali". Il che sembra confermare la mia teoria che ce l'abbiamo più lungo noi.
Per finire, adduco come altra validissima argomentazione a mio favore proprio lo stesso nome della ricetta in questione: Supplì, chiaramente un riferimento al fatto che la ricetta voglia supplire alla mancanza di qualcosa. Traetene voi le ovvie conclusioni.
Bene, finisce qui la mia inattendibile trattazione frutto di deliri nostalgici che mi costeranno più di un'antipatia da parte della popolazione romana. E proprio a ella io adesso mi rivolgo: eddai, si fa per scherzare! Mangiamoci un arancino e ridiamoci su!