Dopo il documentario “Man on Wire” che ha fruttato nel 2009 l’Oscar a James Marsh, “Toccare le nuvole” funge nuovamente da soggetto per un film memorabile sulla vita e sulla più incredibile impresa dell’artista francese Philippe Petit, abilissimo funambolo, nonché mimo e giocoliere.
La regia viene stavolta affidata a Robert Zemeckis, mente frizzante ed evergreen, sposa fin dagli esordi di uno stile narrativo che attribuisse al cinema quel profilo evasivo, se non addirittura magico, che costituisce una delle sue sfumature più antiche e autentiche.
“The Walk” è un’opera che mira a sorprendere, a sganciare lo spettatore dall’ordinarietà, pur rimanendo, tutt’altro che paradossalmente, con i piedi ben ancorati al mondo terreno.
La storia trae origine dalle passioni giovanili di Petit, quando girovagava per le strade di Parigi incantando i passanti e stringeva un’amicizia duratura con Papa Rudy, maturo circense interpretato dal sempre carismatico Ben Kingsley; accenna quindi alla camminata fra le torri campanarie di Notre Dame, per giungere alla leggendaria mattina del 7 agosto 1974, in cui le novelle Twin Towers newyorkesi vennero unite da un cavo teso a più di 400 metri dal suolo.
L’umanità “sovrannaturale” che viene messa in luce corrisponde all’invito implicito rivolto dal protagonista nel suo alternato apostrofare il pubblico: afferrare con tenacia i propri sogni, sfidare le regole e persino l’assurdo pur di metterli a segno. Qui risiede l’eccezionalità di questo racconto, partorito da una società le cui mirabili costruzioni sanno offrire l’opportunità di elevarsi al cielo anche a chi versa in condizioni tutt’altro che floride.
E l’incanto, il brio e l’inarrestabile entusiasmo di una simile avventura non potevano forse trovare autore più pertinente di Zemeckis.
Non c’è cedimento nel lungo e ricco corso degli eventi, che s’inanellano stupendo e irretendo in una catena che sostiene con disinvoltura la non trascurabile durata del film stesso e in particolare dell’intricata parabola che descrive la preparazione del colpo: la ricerca dei complici, il ricorso alle preziose lezioni di Papa Rudy, lo studio approfonditissimo dei ritmi e delle geometrie che circolano su e giù per i 110 piani del World Trade Center, la consapevolezza del rischio e dell’immensa gioia che un’esperienza del genere possa donare a chi impegni ogni propria energia nella fantasia e nell’intraprendenza.
“The Walk” fluisce con grande naturalezza grazie alla stimolante performance di Joseph Gordon-Levitt, figura verso cui tutto converge con liceità e che da Petit stesso ha appreso in circa una settimana l’arte di sapersi muovere con eleganza e sicurezza su un filo sospeso; le traversie mostrate trovano alleati efficaci nelle musiche del fedele Alan Silvestri e nei vertiginosi (è proprio il caso di dirlo) effetti speciali, i quali, attraverso la fotografia multiforme di Dariusz Wolski, trovano piena e convincente realizzazione.
Voto al film
Written by Raffaele Lazzaroni