![Margherita Banchi, creatrice del brand Jousi Il Taccuino di Marilea: Ingegno, laboriosità e intraprendenza: il successo di JOUSI](http://m2.paperblog.com/i/232/2329251/il-taccuino-di-marilea-ingegno-laboriosita-e--L-AQca0H.jpeg)
Si chiama Jousi la sua nuova linea di papillon in cartone alveolare, che in norvegese significa fiocco. Quando ho detto a mio fratello che gli avevo comprato un papillon in cartone alveolare e a fantasia “jungle”, mi ha snobbata educatamente consigliandomi di spendere i miei soldi in una maniera più efficiente. Peccato che quando ha visto il manufatto nell’originalissima confezione che Margherita mi aveva preparato, gli si sono illuminati gli occhi. Ed ora non c’è occasione in cui manchi di sfoggiare il suo papillon Jousi! Non avevo ancora conosciuto Margherita quando ho comprato il papillon, eppure mi aveva colpito di lei un riferimento che le aveva fatto la sua coinquilina (nonché mia conoscente): “Ha sempre cartone e taglierino in mano e la nostra casa è una vera e propria factory”. Questo a confermare il detto per cui “alcune persone nascono già con la camicia!”. Ho incontrato Margherita per saperne qualcosa di più.
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Set the clock back some time ago... Come ti è venuta in mente l’idea di un papillon? In realtà non so cosa risponderti. Io non ho fatto nulla, è stata la mia mente ad elaborare tutto in maniera quasi inesorabile! Durante la giornata sono quasi sempre impegnata e solo quando riesco a tenere la mente a riposo mi capita di elaborare un’idea. Un giorno ero sul pullman e stranamente non stavo facendo davvero niente. Ad un tratto mi è venuto un lampo. Ho pensato: “Perché non realizzare qualcosa di innovativo in cartone”. L’idea del papillon mi è sembrata subito ovvia. Ora a distanza di tempo posso fornire una spiegazione razionale a questa “sequenza” di idee. Facendo una scuola di design ho sviluppato una capacità di osservazione non indifferente. Il papillon è un accessorio molto alla moda, che capita di vedere spesso indossato dai ragazzi alle feste, sui giornali o in tv. La mia mente deve aver captato la frequenza di questa immagine digerendola e restituendomela a tempo debito. Soprattutto in una città come Firenze è possibile subire una sorta di bombardamento di immagini e tòpos che la nostra mente elabora inconsciamente. Naturalmente questo bombardamento non parte solo dal campo della moda e da questo posso spiegare l’idea di utilizzare il cartone alveolare.
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Ç’est l’amour! (Margherita ride!) Si! Oggi casa mia è praticamente invasa da cartone alveolare! Appena mi capita alla vista un pezzo di cartone lo carico in spalla, lo porto a casa e ci costruisco qualcosa tipo complementi di arredo. Credo di essere malata! Ho imparato a tagliarlo anche in piedi sebbene sia molto pesante e duro. Ha uno spessore di 1,70 cm!
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Stage di progettazione, scuola di design, corso di taglio e cucito, hai un bel curriculum alle spalle per avere solo 21 anni! Apprezziamo molto la tua creatività, la tua manualità ma soprattutto la tua intraprendenza, visto che hai continuato coraggiosamente a metterti in gioco ed ora hai fatto un passo in avanti esibendo un prodotto nuovo su una piazza tanto frequentata quanto “esposta” come il web. Immaginiamo che almeno inizialmente ti sei dovuta lanciare in un progetto che non si sapeva quanta fama o indifferenza avrebbe guadagnato. Come sopportavi l’idea di un eventuale fiasco? Non avevo niente da perdere e niente da guadagnare. Non ho mai avuto troppe paure e del resto sapevo dall’inizio che mi sarei dovuta appoggiare ai grandi canali di comunicazione per pubblicizzare il mio prodotto. Gioca il fatto che nella mia posizione, che poi è quella un po' di tutti i giovani inesperti, non avevo nessuna incombenza. L’ho vissuto come un gioco. Anzi! Per me è stato un vero e proprio lanciarsi a capofitto. Un amico mi disse: “Nella moda o fai centro e diventi famoso, oppure fallisci e non sei nessuno”. E nel mio caso la sua osservazione valeva più che mai dato che un papillon in cartone alveolare è qualcosa di assolutamente curioso: la gente l’avrebbe potuto altamente snobbare oppure ne sarebbe impazzita. Non ho mai seguito la moda perché ho sempre pensato che fosse un campo piuttosto particolare e imprevedibile. Così mi son detta: “Se la gente ha apprezzato la nuova cover Moschino con tanto di busta con patatine fritte ispirata al brand McDonald’s, forse accetterà anche di indossare il mio papillon in cartone alveolare, chi lo sa!”. Quando ho visto che le vendite di papillon aumentavano progressivamente, ho confermato la mia tesi secondo cui la gente osa parecchio!
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Si dice che il genio si affida all’ispirazione. Ma cos’è l’ispirazione? Io ci penso tanto al concetto di ispirazione e giorno dopo giorno mi accorgo che in realtà non esistono colpi di genio o cose di questo tipo. Razionalmente posso affermare che le idee migliori che mi sono venute in mente, sono nate dalla rielaborazione di immagini immagazzinate in precedenza. Più cose fai, più libri leggi, più luoghi vedi, più mostre visiti e più la tua mente raccoglierà stimoli che a lungo termine daranno i loro frutti.
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Qual è il consiglio che vorresti dare ai ragazzi più timidi e scoraggiati?
Mettere da parte l’imbarazzo e osare. Per noi giovanissimi è molto semplice, perché essendo svincolati da contratti di lavoro o vincoli di altro tipo, possiamo veramente testare le nostre abilità senza rischiare di perder nulla. Abbiamo davvero bisogno di fare esperienza per poter arrivare ad essere degli adulti con le idee chiare. E se non ci va bene una cosa, possiamo sempre buttare tutto nel cestino e ricominciare da capo con qualcosa di diverso. L’importante è non innamorarsi troppo delle proprie idee perché ciò permette di migliorarsi e volere di più da se stessi.
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Come vedi il tuo futuro? Questo prodotto mi piace perché rispecchia la mia pretesa di fare tutto manualmente. Ed è proprio su questa strada che vorrei continuare. Penso che bisognerebbe riscoprire la manualità e riportarla al centro della realizzazione. Il miglior modo per farlo sarebbe favorire una collaborazione tra designer e artigiani. Da un lato è indispensabile che prima l’artigianato si svincoli dagli antiquati parametri di lavorazione e non si limiti a creare le solite statuette per i Santi. Dall’altro, che i giovani progettisti si svincolino dalle macchine e comincino a toccare con mano i materiali. In fondo i designer o progettisti non fanno nulla di nuovo se non risolvere i problemi. Hanno la capacità di capire cosa ha bisogno la gente e successivamente di progettarlo. Gli artigiani invece sono degli artisti capaci di dare all’oggetto una vera anima. Immaginate le idee di un designer e la manualità di un artigiano insieme che capolavori sarebbero capaci di fare. Non solo creatività... Margherita dimostra di avere una preparazione ed un intelligenza davvero lodevoli. È questa in effetti la vera essenza del Made in Italy. Esibire knowledge e know-how in un solo oggetto. Qualità e funzionalità. E in quest’ottica il papillon in cartone alveolare è sì un oggetto di vanità, ma costruito con regole di massima precisione e minore spreco. È certo che la nostra cara Margherita non intende cullarsi sugli allori conquistati con il successo di Jousi. Lei guarda lontano e noi la incoraggiamo, sperando che un talento come questo non si fermi mai, anzi, che possa essere d’esempio a molti altri ragazzi. Non ci mancano certo le abilità in Italia, piuttosto quello che scarseggia è l’orgoglio di metterle in gioco e saperle sfruttare al meglio. Pertanto squillo di trombe e rullo di tamburi, che si facciano avanti questi giovani e mostrino al mondo il genio e la tecnica dell’homo italicus, proprio come Margherita nel suo piccolo ha fatto!
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