Occhi dolci, sorriso aperto, stile
inconfondibile: Cristiano Rinaldi è uno di quelli che quando indossa un capo è come se indossasse una seconda pelle visto che riesce a sfoggiare
qualsiasi cosa con estrema naturalezza e disinvoltura. Lui, ha una bellezza
innocente, capace di attrarre senza nulla chiedere, e poi ha gusto. Eccentrico
al punto giusto ed elegante al punto giusto. E siccome i vestiti vanno riempiti
anche di personalità, il suo carattere garbato e simpatico lo rende amabile da
tutti i punti di vista. Un vero bijoux! Noi dell’Aspirante Biondo l’abbiamo
conosciuto al party di presentazione di FlorenceStreets e l’abbiamo
intervistato il giorno dopo nello stesso forno davanti una bibita, fresca come
il suo stile. La mia sensazione davanti a lui è stata come voler succhiare da
una cannuccia quanto più succo possibile tanto mi è
sembrato un ragazzo interessante e brillante.
Sì perché con lui successo non fa rima con scalata ma con talento,
dato che è stato il talento a portarlo al centro del palco a partire da quando
era giovanissimo. Cristiano Rinaldi debutta a 14 anni organizzando sfilate con la città
di Pescara, coinvolgendo le migliori boutiques della città e portando in
passerella capi di brand illustri come Valentino e Gucci. Questo primo ingresso
all’interno della vita mondana pescarese, gli permette di farsi conoscere negli
ambienti più “in” e di sviluppare eccellenti abilità organizzative.
A 16 anni
propone ad una trasmissione locale collegata su Sky di presentare una piccola
rubrica dal titolo G-star, ed è subito sì. Cristiano scrive il format e il
copione e compare sullo schermo per presentare i giovani talenti della sua
città. “È stata una mia idea e ne vado molto fiero dato che siamo partiti da
Pascara e siamo arrivati a Firenze con un’intervista a Luisa Panconari di Luisa
Via Roma” confessa soddisfatto il nostro Rinaldi. Anche perché il seguito è
stata una vera e propria escalation verso il successo che parte con il blog
Pescara Love Fashion con cui Cristiano collabora tutt’oggi e approda al
progetto Yes I Am.
Com’è nato Yes I Am?
È nato da un’idea mia e del mio
fotografo Johan Anastasiadis. All’inizio l’avevamo concepito come un
bigliettino da visita per lanciarci e farci conoscere, poi il progetto è
cresciuto in popolarità più di quanto noi ci aspettassimo e da lì abbiamo
cominciato ad investirci di più.
Cos’è che rende preferibile una cover Yes I Am rispetto a quella di
altri brand anche più famosi? Basti pensare a Moschino che ultimamente lancia
cover per cellulari super estrose e ultra chic...
I sogni. Dietro una cover Yes I
Am ci sono i sogni di tanti ragazzi che credono in questo progetto e fanno di
tutto per portarlo avanti. Sto parlando di me, di Johan, ma anche di Giulia
Parigi di julialovesart che si è occupata delle pubbliche relazioni e di
Alberto Chessa che ha collaborato nell’organizzazione dell’evento di oggi.
Siamo una catena di montaggio, ognuno di noi spende il suo tempo e da il meglio
di se perché crede in un sogno. Dietro Yes I Am non c’è un interesse di
guadagno. C’è solo passione.
Oltre alla cover, avete già pensato ad un altro prodotto da lanciare in
futuro?
La cover è un oggetto semplice e
piccolo ma abbastanza usato dai giovani, e come tale ci è servita per farci
conoscere. Successivamente si era pensato di proporre una linea di T-Shirt ma
abbiamo abbandonato subito l’idea perché si tratta di un prodotto stravenduto.
Così si siamo orientati sul costume. Prima di lanciare un prodotto faccio molto
studio di mercato. Cerco di non essere troppo avventato, il campo della moda è
tanto vasto quanto frequentato e se non si è originali si rischia di cadere nell’anonimato.
Per questo mi preoccupo soprattutto di creare un prodotto che non c’è. Si sa
che il costume da bagno maschile è un articolo poco curato dalle case di moda,
lo si trova generalmente a tinta unita e con modelli poco elaborati. I pochi
marchi che hanno presentato costumi da bagno maschili particolari, hanno dei
prezzi poco accessibili, basti pensare a Dsquared, Prada o Burlon. Ecco che
Yes I Am risolve la questione proponendo costumi di alta qualità ma a prezzi
modesti, così da poter soddisfare un po' tutti. Il riscontro infatti è stato
subito positivo. Abbiamo spedito i nostri costumi in Sardegna, Spagna e altri
posti ancora. Questo dimostra il fatto che lo studio che c’è dietro i nostri
prodotti è davvero fondamentale.
Abbiamo letto un pò delle tue interviste e abbiamo trovato che tutte
ruotano intorno ad un elemento che deve essere molto importante per te: la
creatività. Tu come definisci la creatività?
Sicuramente si tratta di un
concetto molto astratto e spazioso. Personalmente non mi reputo un creativo ma
nella mia vita e per il lavoro che faccio ho conosciuto molte persone
eccezionalmente creative, da cui ho potuto imparare tanto. Mia nonna mi diceva
sempre: “Quando vai, ruba con gli occhi”. Voleva dire che è sempre possibile
cogliere qualcosa dagli altri e rielaborarla rendendola propria. Ognuno di noi
è fonte di arricchimento per l’altro. Per me la creatività è proprio questo:
saper cogliere e revisionare, rimodellare e personalizzare secondo quelli che
sono i nostri gusti, i nostri bisogni, i nostri caratteri. Nulla si crea, nulla
si distrugge ma tutto si trasforma, per usare una massima. Il creativo è colui
che trasforma dopo aver colto la vera essenza.
Vorremmo concludere l’intervista con due domande un pò più personali, perché noi dell’Aspirante biondo siamo molto sensibili ai sentimenti di
chi intervistiamo. Un po' come te che sei un ragazzo dolcissimo e affettuoso. Abbiamo
conosciuto il tuo fotografo nonché collaboratore nel progetto Yes I Am, Johan
Anastasiadis e ci è sembrato un ragazzo geniale. La nostra prima domanda è:
com’è lavorare con Johan Anastasiadis?
Io e Johan ci sentiamo quasi una
persona sola, anzi un “treppiedi” visto che siamo abbastanza consapevoli che se
venisse meno la gamba di uno, crollerebbe tutto. Lavoriamo in maniera
complementare e paritaria. Lui crea e traduce le mie idee, per cui senza il suo
talento non potrei sussistere da solo. Gli sono molto affezionato e ho molta
fiducia in lui.
Pescara è la città da cui sei partito e che ti ha aperto le porte della
popolarità. Ora sei conosciuto in tutta Italia e per questo sei sempre in giro,
soprattutto tra Milano e Firenze. La seconda e ultima domanda è: quanto sei
legato alla tua città e come vivi la necessità di doverti continuamente
spostare?
Vorrei specificare subito una
cosa: Pescara è la mia città ma Firenze è il mio cuore. Frequento la città
viola da quando avevo dieci anni, sono particolarmente legata all’evento Pitti
a cui sono stato sempre presente e continuo a tornarci ogni volta con estremo
piacere. Certamente Pescara è stata la mia culla e non potrò mai sostituirla
con nessun altro posto. Ma sono anche consapevole che rimanendo qui non avrei
la possibilità di far crescere il mio lavoro. Basti pensare a questo mio ultimo
progetto: sono riuscito ad ottenere un solo punto vendita nella mia città.
Attualmente mi sento costretto a viaggiare, peraltro senza nemmeno troppa
sofferenza, dato che altrove il mio brand ha raggiunto picchi di vendita
piuttosto alti. Torno a Pescara per trascorrere un po' di tempo con la mia
famiglia, il mio amore e i miei amici. Devo accontentarmi di questo per
mantenere il contatto con la mia terra. Per adesso va bene così.
Con quest’ultima domanda
Cristiano Rinaldi ci lascia per andare ad aprire l’evento di presentazione
della sua linea nella boutique fiorentina Mulas in via Gian Paolo Orsini. I
suoi costumi sono davvero stupendi, compreso l'ultimo modello con la fantasia Emoticon colorata e frizzante nata dalla collaborazione con Alberto Chessa. Ma questa è
un’altra storia e per conoscerla non perdetevi l’articolo di mercoledì qui su
L’Aspirante Biondo.
Stay Tuned!
Per richiedere la tua iPhone Cover o il tuo Swimsuit Yes I Am visita il
sito: http://www.yesiam.bigcartel.com/ o vai sulla pagina Instagram: @yesiamcover
Si ringrazia Julialovesart per la collaborazione