Il Taccuino di Marilea: Memorandum sulla guerra a Gaza
Creato il 28 agosto 2014 da L'Aspirante Biondo
Cari Aspiranti Biondini, ormai è
da un po' che vi abbiamo lasciato riposare in vacanza, tra un bagno in mare ed
un Martini bianco, una partita di beach volley ed un falò sotto le stelle.
Apriamo una breve parentesi sul Taccuino per constatare giustamente che nel
mondo non sono tutti in vacanza, anzi, non troppo lontano da noi c’è un posto
in cui gli unici bagni che si vedono sono quelli di sangue, le uniche palle che
volano sono quelle dei cannoni, gli unici costumi che si indossati sono quelli
militari.
C’è una striscia di terra, bagnata
dal mare e stretta in 370 km quadrati, con una delle più alte densità di
popolazione, composta quasi per la metà da bambini. In questa striscia di terra
super affollata chi spara ad un mitra sa che nove proiettili su dieci
colpiranno sicuramente altrettanti civili, mentre solo il decimo molto
probabilmente raggiungerà l’obiettivo. C’è una striscia di terra che è passata
da una mano all’altra senza propositi di offerta, come una lampada magica
contesa tra più uomini, e che anziché far uscire un genio del bene, caccia
fuori demoni del male. C’è una striscia di terra tanto sottile che il resto del
mondo la ignora, mentre chi ci vive si fa la guerra. Questa striscia di terra è
la Striscia di Gaza.
Si tratta di un territorio che in
epoca antica fu culla della civiltà greca e poi con la penetrazione araba
importante centro musulmano. Centrale e prospero com’era, fu conteso tra più
popoli, Saraceni e crociati, Turchi e poi Britannici fino a diventare possedimento
egiziano. Nel 1967 Israele sferrò un attacco improvviso impossessandosene dopo
una guerra di sei giorni. Nel 1993 l’OLP con gli accordi di Oslo sancì il
ritiro delle forze israeliane dalla Striscia e il diritto palestinese all’autogoverno
in tale area. Solo nel 2005 però il primo ministro israeliano, Ariel Sharon
decise di ritirare le basi militari e le comunità ebraiche insediate a Gaza,
scelta che comunque recò forti disagi alla popolazione sradicata. La Striscia andò
ad un’autorità palestinese governata da al-Fatah e unita in Cisgiordania. Ecco però
che nel 2006 subentrò una situazione nuova: il movimento sunnita Hamas prese
piede a Gaza entrando in conflitto con il partito palestinese fino ad allora
dominante ( al –Fatàh) e con Israele, minacciata di essere espugnata al fine di
creare un unico stato islamico palestinese.
Il conflitto ha provocato una
spaccatura tra Gaza e la Cisgiordania palestinese che non riconosceva il dominio del
partito di Hamas e l’offensiva di Israele che ha intensificato gli attacchi contro
Gaza e con cemento e filo spinato ha isolato la striscia e ostacolato il
rifornimento di armi, generi alimentari , medicinali e aiuti umanitari. Hamas ha ovviato in passato costruendo passaggi sotterranei verso l’Egitto e ottenendo l’aiuto
dell’Iran. Ma attualmente che l’Egitto ha bloccato il contrabbando sul
proprio territorio ed anche l’Iran ha allentato i contatti con Hamas, la
situazione è diventata più difficile. Forte di questa situazione Israele sta incentivando gli attacchi
contro Gaza fino a metterla alle strette, ma Hamas che dal suo canto non molla, ha escogitato di far leva sul partito d’opposizione egiziano affinché rovesci il governo
in carica e ne organizzi un altro, alleato contro Israele.
E intanto si lanciano missili, si
organizzano attentati e i civili continuano a morire: 1500 palestinesi ed oltre
una ventina di israeliani sono morti per il conflitto dal solo 2008. Addirittura
secondo un rapporto esposto dalle Nazioni Unite Israele avrebbe ripetutamente
violato i diritti umani della popolazione palestinese e forse commesso anche
crimini contro l’umanità. A ben poco sono serviti i negoziati e gli interventi
delle Nazioni Unite di questi anni. Il fanatismo religioso e l’estremismo che
lacera i rapporti tra le popolazioni continua a macchiare il mondo di atrocità
tremende, basti pensare alla decapitazione per mano jihadista del reporter
americano James Foley. Quella di oggi non vuole essere una
parentesi nera tra i colori felici e accesi dell’estate italiana, ma solo una
presa di coscienza responsabile e matura, affinché il nostro pubblico di
lettori, composto perlopiù da ragazzi, sia consapevole e informato quanto basta
su ciò che succede nel mondo. Buona serata a tutti e buon proseguimento di
vacanza.
Il Taccuino torna Lunedì 1 Settembre alle 15 con un nuovissimo post.
Marilea.
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