Leggendo questo libro ho avuto l'impressione che Arturo Pérez-Reverte sapesse tutte queste cose di me. Della mia passione mai manifestata per il tango e per l'Argentina. Di me che da bambina giocavo a scacchi con mio fratello muovendo puramente a caso i vari pezzi sulla scacchiera. Di me che non sopporto le storie d'amore troppo melense né quelle troppo avventurose. Sapeva tutto questo e mi ha messo davanti questo suo ultimo romanzo. Che è un romanzo d'amore, ma anche di avventura. Che parla di tango ed è ambientato in Argentina. Ma anche di scacchi e a Sorrento, passando un po' per la Francia e un po' per il mare.
Protagonista è Max, che ci viene presentato come una sorta di ballerino gigolò che, durante una traversata dall'Europa al Sud America sulla nave per cui lavora, conosce Mecha Inzunza, un'affascinante e bellissima dama spagnola, e suo marito Armando de Troeye, grande compositore che sogna, per scommessa, di comporre il tango perfetto. Mecha balla con Max un tango appassionante e tra i due si crea così uno strano legame, intrigante e ambiguo, sotto gli occhi di Armando, che sembra orgoglioso di questo feeling. Forse perché ha un piano ben preciso, forse perché è attratto da storie un po' torbide e ha trascinato in questa sua passione la moglie. Max ne rimane completamente invischiato. Poi passano gli anni, i due si perdono di vista per ritrovarsi, durante la Guerra Civile Spagnola, a Nizza. Rifugiata politica lei, sempre furfante e sempre gigolò lui. Si ritrovano, continuano ad attrarsi e poi, di nuovo, si perdono. Gli anni passano ancora. Max è invecchiato, non fa più la vita dissoluta di un tempo e lavora come autista a Sorrento, città al momento in trepidazione perché sta per ospitare un'importante sfida di scacchi. E lì, Mecha, inaspettatamente riappare. E chiede a Max un enorme favore.
Il termine che ho visto più volte utilizzato per descrivere questo romanzo è feuilleton. Un romanzo d'appendice insomma, un melodramma con l'amore e la passione a fare da sfondo.
Ed effettivamente Il tango della Vecchia Guardia lo è: c'è amore, c'è passione, c'è gelosia, c'è sesso, c'è avventura e il lettore non può fare a meno di leggere, di chiedersi cosa succederà dopo, cosa separerà di nuovo i due innamorati e, soprattutto, se tra guerre, furti, omicidi, allontanamenti e anni che passano, i due alla fine riusciranno a coronare il loro amore.
Lo so, forse raccontato così potrebbe sembrare un libro un po' banale, un po' scontato. Qualcosa di già letto e già sentito. Ma vi assicuro che non lo è. Arturo Pérez-Reverte è bravo a raccontare, a creare quella giusta dose di mistero e di ambiguità, a mischiare amore e avventura, tango e scacchi, passione e disincanto, ma anche a offrire un ritratto della società nei vari periodi in cui il romanzo è ambientato. La sua scrittura è particolare, mi verrebbe da definirla elegante, garbata, anche se non so se si riesca a capire cosa intendo. Non è sicuramente un capolavoro, non è sicuramente alta letteratura, ma si legge che è un piacere, ci si appassiona e si arriva a immaginarsi là, su quella pista da ballo, a sognare di ballare con Max il Tango de la Guardia Vieja e lasciarsi trasportare.
Consigliato!
Titolo: Il tango della Vecchia Guardia Autore: Arturo Pérez-Reverte Traduttore: Bruno Arpaia Pagine: 492 Anno di pubblicazione: 2013 Editore: Rizzoli ISBN: 978-88-17-06613-6 Prezzo di copertina: 18 Acquista su Amazon: formato brossura:Il tango della Vecchia Guardia formato ebook:Il tango della vecchia guardia (Scala stranieri)