Il Tar cassa le Regionali piemontesi del 2010
La querelle è durata a lungo, esageratamente a lungo, ma alla fine, la sentenza del Tar sulle elezioni Regionali piemontesi del 2010 è arrivata, annullando di fatto l’esito del voto. In pratica per ben quattro anni la regione Piemonte è stata governata da chi non ne aveva il diritto e quindi il Piemonte deve tornare necessariamente alle urne per effetto della decisione del tribunale Amministrativo Regionale.
I giudici amministrativi hanno reputato valido, accogliendolo nella sua interezza, il ricorso dell’ex presidente della Regione Mercedes Bresso, contro la lista “Pensionati per Cota” di Michele Giovine, inficiata da firme false, decretando di fatto l’annullamento dell’atto di proclamazione degli eletti nella primavera di quattro anni fa.
Cota era stato eletto presidente del Piemonte il 29 marzo 2010 con 9.200 voti di scarto sul presidente uscente Mercedes Bresso: i problemi iniziarono subito dopo la chiusura delle urne. I 12.000 voti della lista “Pensionati per Cota” vennero ritenuti non validi, poiché si dubitava dell’autenticità delle firme a sostegno della stessa, ma nell’ottobre 2010 il Consiglio di Stato confermò Cota presidente, sospendendo il riconteggio dei voti. Nel 2012, tuttavia, arrivò la condanna in appello al consigliere Michele Giovine (Pensionati per Cota) per la presentazione di firme false.
Ora, l’ultimo a pronunciarsi dovrà essere il Consiglio di Stato, organo al quale la Regione, governata dal leghista Cota, ricorrerà per cercare di capovolgere la sentenza del Tar Piemonte. Il verdetto è previsto entro 45 giorni. L’annullamento della proclamazione degli eletti porta alla decadenza della Giunta regionale e, quindi, alla sospensione di tutta l’attività in corso.
Se dal consiglio di Stato giungesse la conferma della sentenza del Tar le elezioni si terranno probabilmente in primavera, abbinate con le Europee.
C’è però una questione non da poco che potrebbe complicare ulteriormente l’affaire: le elezioni sono state annullate, ma restano in carica per gli atti transitori governatore e assessori. Toccherebbe, quindi allo stesso Roberto Cota indire le nuove elezioni. «Se non vi provvedesse con tempestività – anticipa uno dei legali della Bresso – chiederemmo alla Prefettura di Torino la nomina di un commissario ad acta».
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Giornalista, insegnante, webwriter
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