Ci sono passioni sconsiderate, che si sdipanano forse in deduzioni logiche ma derivano da scelte assai contestabili, riprovevoli e di cattivo esempio per le generazioni future.
Che cosa racconteremo ai nostri nipoti dell’Aem? Che quando in Europa le discariche e gli inceneritori erano già invise ai buoni l’Aem pagava avvocati per ingrandirne una da Malagnino a Vescovato?
Il tribunale amministrativo regionale ha dato ragione ai signori Arisi, proprietari del terreno vescovatino. Dopo un ritardo ormai storico – sei anni di attesa? Sette? – la ratio vorrebbe che si parlasse di differenziata e di alternative molto più utili. Differenziando e riciclando rifiuti “si fa Pil”, si crea lavoro, si aprono aziende verdi e non si fanno danni al terreno agricolo già così strapazzato della nostra provincia.
Ma un complesso di cose fa sì che che gli interessi economici politicamente ostili al progresso del riciclaggio dei rifiuti l’abbiano vinta e che l’Aem debba combattere una difficile causa al Consiglio di Stato. Se la vincerà pagherà a peso d’oro il terreno, ed esaurita la discarica eventualmente ampliata il problema si ripresenterà tale e quale!