Quando si tratta di uomini sono davvero stupida. Sono proprio stupida!
Per quanto il mondo associ la parola “complicazione” al genere femminile, mi è sempre risultato difficile capire quell’essere strano e peloso che è l’uomo. Pensi che non ti fila ed invece ti ama alla follia. Pensi che sarà amore eterno e che ti porterà per il mondo sul suo cavallo bianco ed invece già ti ha piazzato un bel paio di corna. Pensi che stavolta di lui non te ne fotte meno di zero ed eccola là che sei cotta a puntino. Con gli uomini, quei pochi che sono capitati tra le mie grinfie, ho sempre fatto/pensato/capito tutto il contrario di tutto.
Certo, le porte in faccia mi son servite a farmi una bella pellaccia e la mia perseveranza nel dare fiducia a questi poveri elementi poco sviluppati emotivamente mi ha ripagata profumatamente. Ora capisco, mi faccio capire, non devo creare formule matematiche per trovare una soluzione a tutti i miei guai.. insomma, ho trovato il dizionario degli uomini! O almeno così pensavo.
Pensavo. Perchè tu vivi bella serena ed in pace con te stessa, contenta di questo fantastico equilibrio vitale/mentale che ti sei creata, quando nella tua testa s’insinua Il Tarlo.
tarlo[tàr-lo] s.m.
1 Larva di vari insetti che arreca danni al legno rodendolo e scavandovi piccoli fori e gallerie 2 fig. Pena persistente, che non dà pace e rode l'animo SIN assillo: il t. del dubbio, della gelosia
Il Tarlo è anche la specie peggiore di uomo. è il classico tipo che conosci da una vita, che ti è capitato di vedere all’azione con altre povere ragazze (ignoranti della fauna maschile e speranzose di avere difronte a loro l’uomo della loro vita), che sai che va evitato come la peste ma che ti ritrovi sempre e comunque trai piedi. Passano gli anni, le vostre strade si dividono, tu pensi di esserne uscita definitivamente ed invece eccolo che torna a trapanarti il cervello.
Solitamente il Tarlo è un fico e, cosa peggiore, sa di esserlo. In più è recidivo, quindi se non abbocchi alla prima sta sicura che, tempo un paio d’anni (ed il tempo di qualche storiella montata per farti credere che il ragazzo è cambiato) e vedrai che torna. L’astuzia del Tarlo è soprattutto il suo non far nulla per non essere mandato a cagare definitivamente. Sta lì ed aspetta. Si fa vedere e sentire raramente, quel che basta per ricordarti che lui è lì e ti sta scavando prima il cervello per poi passare al cuore e (nella peggiore delle ipotesi) anche qualcos’altro!
Per anni sono impazzita dietro a questa bestia ed alle sue apparizioni mistiche nella mia vita, a tal punto da tradire non solo gli altri ma anche me stessa. Il Tarlo ti confonde, ti smonta le certezze di una vita come fossero le gambe di un tavolo di legno antico. Continua fino a quando, stanca, non crolli tra le sue braccia nella speranza che quell’insetto bastardo si trasformi nella creatura più bella e amabile del mondo. Tu, appunto. Io non sono mai crollata e stavolta, per precauzione, ho trattato il legno prima che si creassero i primi buchi, non ho aspettato di dovermi leccare le ferite.
Insomma, ho scacciato il Tarlo (forse) una volta per tutte. La cura è stata semplice ed indolore. In più, stavolta, mi son divertita a fare quel genere di donna che gli uomini vorrebbero tanto eliminare dalla faccia della terra: La Fica che se la tira! Se non riuscita a fare la Fica questo non lo so, però che spasso tirarsela fino allo stremo delle (sue) forze!