Nei film di Scorsese, De Niro non cerca mai di essere seduttivo come può fare Jack Nicholson, o di suscitare compassione come è capitato a Dustin Hoffmann. De Niro vive il personaggio che interpreta. Pur essendo stata costruita sulle stesse solide basi del “metodo” la sua è una recitazione sotto le righe, lavorata in sottrazione, completamente differente rispetto a quella di Al Pacino, sopra le righe, sempre pronto ad esternare e a mostrare tramite una più spiccata gestualità le emozioni provate dai personaggi interpretati. “L’importante non è recitare con enfasi per suscitare facili emozioni. La gente tende a non manifestare i propri sentimenti cercando piuttosto di nasconderli” (cit. De Niro). I punti più alti toccati dal duo Scorsese - De Niro rimangono “Raging Bull” e “Taxi Driver”. Nel primo caso De Niro realizza un autentico exploit fisico, modellando il suo aspetto in base alle vicissitudini indicate nella biografia del suo modello, Jake La Motta, e riesce a immergersi negli abissi della sua anima. Tuttavia il film appare fin troppo perfetto e viene accusato di essere un misero esercizio di stile cinematografico e una prova di autocompiacimento della bravura di De Niro e Scorsese. Diverso esito avrà il secondo. Nell’estate del 1975 Paul Schrader propone al regista italo-americano, che affida a De Niro il ruolo da protagonista, la sceneggiatura di Taxi Driver che viene costruito da Scorsese in modo radicalmente diverso rispetto a Mean Streets. La comunità, difatti, è scomparsa, e la città diviene la proiezione dei fantasmi e delle angosce di un solo individuo. Nei panni di Travis Bickle, protagonista del film, De Niro non è bravissimo, è un monumento al cinema. Utilizza la gestualità, la voce e il suo sguardo suggestivo, quasi ipnotico, per trasmettere agli spettatori le inquietudini che caratterizzano quest’uomo veterano del Vietnam in congedo, che soffre d'insonnia e decide di impegnare le proprie notti facendo il tassista. Completamente disadattato ma idealista, l'uomo si invaghirà di una ragazza e le chiederà di uscire. Quando le cose tra i due andranno storte, Travis, definitivamente disilluso riguardo la società, si chiuderà in se stesso. Comincerà così per il tassista una claustrofobica discesa nel baratro della solitudine, in bilico sui margini della sanità mentale.
Determinato a purificare la città dai suoi orrori, si sente investito da una missione divina: “Vengono fuori gli animali più strani, la notte: sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l'altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre”.Potrebbero interessarti anche :
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