Buon pomerggio amici di Letture, anche oggi si rinnova l'appuntamento con Il tè delle cinque, una rubrica ideata da me, in titolata così in onore dell'antica usanza Inglese, e per questo postata alle 17.00, in queste occasioni ospiterò nel salottino di Letture al contrario L'autore/ autrice di un libro che ho avuto il piacere leggere e recensire per voi e davanti a una tazza di Earl Grey lo/a intervisterò per voi...La scrittrice che ospitiamo oggi è Ilaria Goffredo autrice de ”Il cavaliere d’Africa” edito dalla Zerounoundici (quila mia recensione)
- Desy:- Ciao Ilaria, grazie per avermi concesso quest'intervista in cui spero approfondiremo alcuni elementi del tuo romanzo. Prima però civuoi raccontare qualcosa di te?
- Ilaria:-Ciao e grazie a te. Mi chiamo Ilaria Goffredo, ho venticinque anni, sono sposata e ho due figli. Sono laureata in scienze della formazione e amo profondamente l’Africa. Caratterialmente sono piuttosto chiusa: parlo poco ma scrivo tanto.
- Desy:- Come è nata in te la passione per lo scrivere?
- Ilaria:-Nel 2005 ho avuto la possibilità di partire per il Kenya e lavorare come volontaria in una scuola professionale di Malindi. È stata l’esperienza più bella che io abbia mai fatto, mi ha cambiato la vita. Al ritorno in Italia ho sentito il forte bisogno di raccontare a tutti ciò che ho visto e vissuto ma a voce non sarei riuscita ad esprimermi pienamente. Da quel momento mi sono dedicata seriamente alla scrittura.
- Desy:- Credo che un buon scrittore, debba essere necessariamente anche un buon lettore. Cosa ti piace leggere nel tempo libero? Hai qualche genere o autore preferito? Prediligi versioni cartacee o anche i moderni eBook?
- Ilaria:-Hai assolutamente ragione. Leggere alimenta l’immaginazione e fa scoprire nuovi orizzonti, cose assolutamente indispensabili per uno scrittore. Oltretutto fa prendere coscienza dei propri errori stilistici. Nel tempo libero leggo principalmente romanzi, prediligo le storie d’amore e di guerra o quelle appassionate ma dal fascino retrò come i classici inglesi. Stimo molto Khaled Hosseini, Paullina Simons, Jane Austen e William Shakespeare. Ultimamente ho scoperto un’autrice che mi sta davvero appassionando: Diana Gabaldon. Alle volte leggo anche saggi, il mio preferito è stato “Le donne dei dittatori” di Diane Ducret. Secondo me il rapporto con il libro di carta è vissuto con maggiore intimità, in quanto si “toccano” le parole capaci di farci emozionare. D’altra parte però ultimamente ho trovato molto più comoda ed economica la lettura degli ebook che oltretutto credo sia un campo con ampio futuro.
- Desy:- Sono curiosa, so che Il cavaliere d’Africa prende spunto da un’esperienza di cooperazione realmente vissuta e la storia d’amore?
- Ilaria:-Sì, “Il cavaliere d’Africa” si ispira all’esperienza di volontariato in Kenya di cui ho parlato prima. La storia d’amore tra Selene ed Edward invece è totalmente frutto della mia immaginazione. Ho pensato infatti che dei giovani - pubblico al quale è indirizzato il romanzo - raramente si sarebbero accostati alla lettura di un’esperienza di volontariato in sé. Quindi vi ho aggiunto una storia d’amore intenso e passionale tra due personaggi che rappresentano due mondi opposti: Selene, “ricca” bianca occidentale ed Edward, giovane africano dal passato tumultuoso.
- Desy:- Quanto tempo hai impiegato a scrivere il romanzo, durante questo periodo hai mai sofferto del blocco dello scrittore?
- Ilaria:-Per scrivere “Il cavaliere d’Africa” ho impiegato qualche mese, non ricordo con esattezza quanti, durante il quale sono andata a riprendere tutti gli appunti di viaggio dell’esperienza in Kenya, il diario di bordo del lavoro di volontariato e, cosa ancor più importante ed impegnativa, ho scavato a fondo nella mia anima alla ricerca di ogni tassello di memoria che mi aiutasse a ricomporre il meraviglioso puzzle del ricordo di quel viaggio. Non ho sofferto del blocco dello scrittore poiché mi sono sentita trascinata dagli eventi e dalle situazioni che descrivevo, troppo reali e affezionate, per poter lasciar spazio ad eccessivi ragionamenti.
- Desy:-Edward è un ragazzo di altri tempi, a chi ti sei ispirata per la sua creazione?
- Ilaria:-Hai ragione, Edward è un ragazzo con valori che nella nostra società sono stati superati - ahimè - da un bel pezzo. Per la sua creazione non mi sono ispirata a qualcuno in particolare, piuttosto ho voluto incarnare in un uomo tutte quelle qualità di cui oggi si sente la mancanza e il bisogno, quelle attenzioni che molte donne vorrebbero ricevere. Non si tratta soltanto di amore romantico o passionale ma di una sorta di adorazione o rispetto della persona in sé, totalmente slegata da ciò che possiede.
- Desy:-Descrivi Il cavaliere d’Africa usando tre parole.
- Ilaria:-Questa domanda mi mette in crisi... direi realistico, appassionato, fiducioso.
- Desy:-C’è un messaggio nel cavaliere d’Africa che vuoi che i tuoi lettori facciano proprio?
- Ilaria:-Assolutamente sì. Che poi è il motivo principale per il quale ho scritto il libro. Vorrei che le persone imparassero ad andare oltre i pregiudizi poiché ciò che sembra può essere molto diverso dalla realtà. Laddove ci mostrano povertà e fame quasi come una colpa propria del continente africano, in verità ci sono gravi responsabilità dei governi occidentali. Ebbene non è giusto che si resti indifferenti e si lasci quella gente alla propria disperata realtà. Ognuno di noi può fare qualcosa per cambiare il mondo, poiché un cambiamento reale è possibile soltanto se ognuno compie la propria piccola parte. Si può agire efficacemente anche restando sul divano di casa e compiendo piccoli gesti di solidarietà a distanza ma anche battendosi più attivamente per diffondere messaggi di solidarietà e pace, nonché protestare contro gli abusi sull’infanzia e lo sfruttamento delle risorse e delle persone.
- Desy:-Hai una scena o un personaggio preferito. Se sì, quale?
- Ilaria:-Il mio personaggio preferito è senz’altro Edward. Per quanto riguarda la scena preferita non ci avevo mai pensato. Ce ne sono più di una, soprattutto se si divide il romanzo in due contesti: quello amoroso e quello umanitario. Per il primo direi che mi piace particolarmente la notte trascorsa da Selene ed Edward nella camera del lodge nella savana. Per il secondo indubbiamente la visita all’orfanotrofio, che tra l’altro è assolutamente reale.
- Desy:-Prima di salutarci parlaci dei tuoi futuri progetti di scrittura: hai in cantiere un nuovo romanzo? Di cosa parla?
- Ilaria:-Sì, ho in cantiere un lavoro parecchio impegnativo. Si tratta di una saga di quattro o cinque libri - non ho ancora deciso - che racconta la disperata storia di un amore durante la seconda guerra mondiale. È ambientato nel sud Italia quindi lo sento molto mio in quanto da voce alla mia terra. Al momento sto scrivendo il terzo capitolo della saga e sono quasi giunta alla conclusione. Sicuramente il lavoro più difficile in cui mi sia mai cimentata poiché richiede un’infinita documentazione storica ma devo dire è altrettanto soddisfacente.
Grazie a tutti, a presto.
Grazie a te Ilaria per il trasporto in cui scrivi che traspare dalle tue pagine ,lasciandoci con il cuore in tumulto.
Augurandovi Buone Letture vi ricordo che
Il tè delle cinque vi da appuntamento alla prossima settimana!