Oggi vorrei portarvi con me alla “scoperta” di Padova, la città in cui vivo. La mia attenzione è caduta sul Teatro Anatomico, poiché rappresenta una peculiarità unica nel suo genere, avente alle spalle una delle tradizioni universitarie più antiche.
Completato nel 1595, è stato il primo esempio al mondo di struttura permanente creata per l’insegnamento dell’anatomia attraverso la dissezione di cadaveri. Il Teatro Anatomico dell’Università di Padova fu realizzato nel 1594 su progetto di Paolo Sarpi, per volere di Girolamo Fabrici d’Acquapendente.
Il Fabrici era un eminente chirurgo e professore dell’ateneo patavino, nonché inventore delle illustrazioni anatomiche a colori. Attraverso un Consigliere della Nazione Germanica, venne a sapere che gli studenti tedeschi di medicina lamentavano la mancanza di un “teatro” per seguire le lezioni di anatomia.
E subito provvide, realizzando il Teatro Anatomico, ritenuto il più antico del mondo. Il Teatro si trova nel Palazzo del Bo, ovvero la sede dell’Università di Padova dal 1493, e può contenere fino a 300 persone. Presenta una forma ovale ad anfiteatro, con 6 ripide gallerie digradanti, illuminate da lampade.
Sul fondo si trova ancora il tavolo che serviva per le lezioni. In origine, l’ambiente era provvisto di un tetto mobile, per consentire la fuoriuscita dei cattivi odori generati dalle dissezioni. Un lucernario a soffitto fu realizzato nel 1844 per poter utilizzare la luce solare. Dal 1861 il teatro ebbe una sala comunicante attigua per le esercitazioni degli allievi.
Per le lezioni di anatomia venivano sezionati i cadaveri dei condannati a morte. Affinché le lezioni potessero svolgersi regolarmente, venivano nominati i cosiddetti “massari” che avevano il compito di procurare i cadaveri necessari. Quando le esecuzioni capitali divennero rare, il Teatro Anatomico cessò di funzionare.
Realizzato secondo i canoni stilistici del Rinascimento, il teatro non subì nel tempo alcuna modificazione.
L’anatomia attraverso l’insegnamento della dissezione dei cadaveri, evolutasi di pari passo con lo sviluppo della scienza medica, diventa ricorrente nel Quattrocento.
I documenti dell’epoca testimoniano come fosse diffusa la costruzione di strutture provvisorie, che venivano montate e smontate all’occorrenza, nelle quali gli anatomisti tenevano le loro lezioni ed eseguivano gli interventi. La loro forma ricordava quella degli anfiteatri romani.
Il Cinquecento è il secolo in cui l’anatomia padovana raggiunge il massimo prestigio: in città insegnano maestri come Andrea Vesalio, che dall’esperienza di Padova trarrà il suo capolavoro De humani corporis fabrica (1543), opera fondamentale nella quale viene citato anche un teatro anatomico in uso a Padova che poteva contenere 500 spettatori.
Altri grandi anatomisti del Cinquecento sono Gabriele Falloppio e Girolamo Fabrici d’Acquapendente, al quale, abbiamo detto, si deve proprio la realizzazione del Teatro stesso. A forma di cono rovesciato, è articolato in 6 ordini, di ampiezza variabile tra 7,56 e 2,97 metri. All’interno del Teatro, la lezione era tenuta da un professore assistito da due studenti detti “massari”.
L’illuminazione era assicurata solo da candele fino a quando, nell’Ottocento, venne aperto un lucernario. Per rendere l’atmosfera meno cupa, per quanto possibile, era frequente accompagnare la lezione con l’esecuzione di musiche dal vivo. Il Teatro Anatomico fu utilizzato fino al 1872, quando venne chiuso alla pratica delle autopsie. Oggi il Teatro Anatomico fa parte del percorso delle visite guidate a Palazzo Bo.
Written by Cristina Biolcati