Nell'ormai lontano 1800, viaggiare non era così facile. Specialmente attraversare l'Oceano Atlantico, impresa che comportava di certo qualche sfida. Non come il viaggio verso l'America di Colombo, ma affrontare la traversata era qualcosa di dispendioso, e talvolta pericoloso.
Fu così che ad Alexander St. George, ingegnere vittoriano, venne l'idea di realizzare un sistema alternativo per viaggiare da Londra a New York: un tunnel ottico attraverso il quale comunicare da un capo all'altro del globo.
L'idea di St. George venne ripresa dal pronipote dell'ingegnere britannico, l'artista Paul St. George, che qualche anno fa scoprì nell'attico della nonna alcune vecchie carte che si scoprirono essere i diari ed i progetti di Alexander St. George. La cosa che più colpì Paul furono gli schizzi di una strana macchina che sembrava un enorme telescopio, e che secondo l'idea di Alexander sarebbe dovuta diventare il Telectroscopio, un sistema ottico che avrebbe consentito di osservare il centro di New York da Londra.
Fu proprio durante quel viaggio che Alexander iniziò a vagliare l'ipotesi di un tunnel transatlantico, per evitare che la sua terribile esperienza in mare potesse ripetersi. Il progetto originale prevedeva un tunnel che avrebbe condotto i viaggiatori attraverso l'Oceano Atlantico. Ben presto tuttavia l'inventore si rese conto dell'impossibilità tecnica di realizzare una simile opera.
Le insuprabili sfide tecniche non scoraggiarono St. George. Invece che attraversare fisicamente l'Atlantico, perchè non osservare il continente americano senza nemmeno muoversi da Londra?
Il sistema di St. George prevedeva un complesso meccanismo basato su specchi, una sorta di ciclopico telescopio che avrebbe consentito di vedere cosa succedeva a New York da una comoda postazione nel centro di Londra.
Il Telectroscopio divenne rapidamente l'ossessione di Alexander. La sua preoccupazione non era quella di realizzare un tunnel di quella portata, ma come mettere in piedi un impianto ottico tale da rendere realtà la sua visione.
Nell'anno 1890, St. George decise di dare inizio agli scavi, proprio dall'isola su cui, sei anni prima, si era dovuto fermare nel viaggio di ritorno dal Nord America.
I lavori iniziarono senza alcun problema, fino a quando il tunnel crollò nel 1892, uccidento 15 persone. La forza lavoro ingaggiata per l'opera iniziò ad essere sostituita da persone di minor esperienza, aumentando i problemi degli scavi, fino all'ammutinamento totale degli operai nel 1894, che avevano notato il sempre peggiore stato mentale di St. George.
La visione di Alexander terminò, ed il mondo si dimentico del Telectroscopio per oltre un secolo.
All'epoca, un'impresa del genere era del tutto improponibile, vista la tecnologia di scavo e la strumentazione ottica del tempo. Era inevitabile che il sogno di St. George terminasse con un nulla di fatto.
Ma oggi, grazie alla scienza moderna, il sogno di St. George è diventato realtà, anche se in modo differente da come era stato progettato.
Nel 2008, il Telectroscopio è diventato un progetto artistico grazie alla compagnia Artichoke ed alla partnership con Tiscali. Non fu più un tunnel sottomarino basato su specchi, ma un sistema computerizzato che simulava l'idea visionaria di St. George, e che rappresentò una delle attrazioni più curiose di Londra e New York.
La rappresentazione artistica, che si è svolta dal 22 maggio al 15 giugno 2008, ha visto coinvolte anche due finte trivelle che progressivamente emergevano dal sottosuolo di Londra e di New York. Successivamente, sono state installate due finte estremità del tubo ottico progettato da St. George, che permettevano di gettare uno sguardo sull'estremità opposta dell'Oceano Atlantico.