Il 2013 forse non sarà l’anno della svolta, ma i pagamenti con il telefono stanno diventando realtà anche nel nostro Paese. Il numero di smartphone dotati di tecnologia Nfc (near field communication) dovrebbe passare dai circa 2 milioni del 2012 ai 6 milioni entro la fine di quest’anno. E le aziende che hanno avviato la sperimentazione dei pagamenti nei propri punti vendita sono ormai parecchie, insieme ad alcuni istituti di credito: oltre un centinaio di negozi a Milano permettono ai propri clienti di pagare con lo smartphone già da aprile. A Bari e Firenze è possibile pagare il biglietto dell’autobus. Con questa tecnologia, basta avvicinare il proprio telefono al lettore e in pochi istanti i nostri acquisti sono pagati.
Secondo l’Osservatorio NFC&Mobile Payment, entro il 2016 il mercato potenziale sarà di 25 milioni di persone, molte delle quali non hanno mai utilizzato carte di credito o altri sistemi di pagamento che non fossero il contante. Una piccola rivoluzione, in un Paese come l’Italia, che continua a preferire la cartamoneta al denaro digitale. Le transazioni previste ammontano a circa 8 miliardi di euro nei prossimi 3 anni.
Il pagamento tramite tecnologia Nfc, secondo quanto dichiarato da Alessandro Perego, ordinario al Politecnico di Milano e responsabile scientifico dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment, porterebbe un vantaggio significativo in termini di risparmio nei costi di gestione (rispetto al contante). Per i clienti, invece, il vantaggio sarebbe soprattutto nei tempi d’attesa.
I risultati di un sondaggio commissionato da Nokia sui propri utenti, ha dimostrato che, per il momento, solo il 9% di coloro che ha un telefonino dotato di tecnologia Nfc lo usa per i pagamenti. Ma tra i desideri più diffusi troviamo la possibilità di pagare i biglietti sui trasporti pubblici, la sostituzione delle carte di credito e dei pagamenti in contante, l’ingresso in edifici e altri luoghi e l’utilizzo del telefono al posto del passaporto o della carta d’imbarco in aeroporto.
Questa è la tendenza. Ma la sicurezza? Considerato che l’operazione di pagamento avviene nel raggio di pochi centimetri, i rischi sono effettivamente ridotti al minimo. Anche se un hacker tedesco, Karsten Nohl, dopo essere riuscito a infettare una scheda sim, ha spiegato che questo potrebbe anche avere conseguenze sui pagamenti Nfc. Ma potrebbe essere sufficiente sostituire le vecchie sim con nuove schede per garantire un livello di sicurezza superiore.