Il tempio di Melqart-Ercole di Cadice è stato uno dei grandi punti di riferimento del mondo antico della penisola iberica. La sua fama si diffuse in tutto il mondo, e i riferimenti trovati negli scritti degli antichi autori sono numerosi. La sua posizione nell’isola di Sancti Petri è condivisa da tutti i ricercatori. I ritrovamenti archeologici confermano ciò che già Strabone nel I secolo scrisse in modo chiaro: " I tiri fondarono Cadice costruendo il santuario nella parte orientale dell'isola e la città nella parte occidentale ..." Il bronzetto trovato in Sancti Petri rappresenta un sacerdote-guerriero in posa di attacco, ed è la chiara rappresentazione di un dio in atteggiamento ieratico, riportabile a Reshef, il Melqart egiziano. L'importanza del tempio è fondamentale. In una concezione della vita mercantilista, come era quella fenicia, il tempio del Melqart, regolava le attività commerciali svolte sotto la sua protezione, ed era considerato il garante dei rapporti commerciali concordati. Il tempio di Ercole Gaditanus o Herakleion Gaditanus sorgeva nell'antichità nell’isolotto oggi chiamato Sancti Petri, che si trova a San Fernando (Cádiz). Omero scrisse che fu fondato al termine della guerra di Troia, ossia nei primi anni del XII a.C. Il santuario contava una serie di edifici che si affacciavano in un cortile che ospitava il tempio principale a cui si accede da un ingresso affiancato da due grandi colonne. Secondo l’autore Silio Italico nel frontespizio c’erano le Fatiche di Ercole scolpite in bronzo. Non c'era alcuna immagine del dio all'interno dell’edificio.
Inoltre si racconta che i sacrifici umani erano proibiti perché nell’altare bruciava un fuoco perpetuo, curato e vigilato incessantemente dai suoi sacerdoti. Secondo Strabone, nell’ingresso, fra le colonne, i navigatori sacrificavano alle divinità. Sono celebri i due pozzi di acqua dolce che riuscivano a contrastare il regime delle maree e mantenere la potabilità. Lo storico latino Pomponio Mela afferma che sotto il tempio sono stati sepolti i resti Ercole, ed è da ciò che deriva la sua grande fama. Essa conteneva anche altre reliquie famose, come la cintura di Teucro, eroe greco figlio di Telamone, e l'albero di Pigmalione che produceva frutti preziosi come lo smeraldo. Le fonti storiche classiche riferiscono che molti personaggi famosi per le loro imprese o la loro nobiltà, visitarono. Tito Livio narra che Annibale arrivò sul
l'isola per offrire alla divinità i suoi voti prima di intraprendere la conquista d'Italia. In questo santuario, Giulio Cesare ebbe un sogno premonitore, quello del dominio globale sul mondo, dopo aver pianto davanti al busto di Alessandro Magno, il grande condottiero che morì precocemente e non riuscì a coronare il suo sogno di conquista.Il declino della città iniziò nel IV secolo, fino a perdere del tutto la sua importanza durante il dominio dei Visigoti. Il santuario subì attacchi e distruzione, l'azione del mare, lo sfruttamento come cava di pietra e allevamento di ostriche e occupazioni successive che lo portarono alla scomparsa. Secondo alcuni, l'apostolo Giacomo sbarcò sull'isola di Sancti Petri per sradicare il culto pagano nel tempio e consacrare al culto cristiano l’isola. Oggi, sulle alture dell'isola sorge un castello-fortezza di pianta irregolare costruita nel XVIII secolo, su cui si nota una torre edificata nel XVI secolo. Per la sua condizione insulare, è raggiungibile solo in barca. Dalla terraferma partiva una strada verso l'isola di Cadice ma oggi non esiste più a causa dell’azione del mare, pur se si notano ancora le tracce di questa unione.