Pochi giorni fa, nel corso del nostro “Sensational Umbria” Tour abbiamo visitato Spoleto. Non ci siamo preparati una visita della città: sapevamo che volevamo vedere la bella piazza del Duomo immortalata, tra gli altri, anche da Steve McCurry, e poco altro.
Con La Guida Archeologica Laterza in mano andiamo in esplorazione del tempio di Sant’Ansano
Sapevamo che storicamente la città vantava origini romane. Abbiamo scelto, così, una guida un po’ particolare: ci siamo affidati infatti alla Guida Archeologica Umbria Marche della Laterza, e in particolare abbiamo cercato un monumento che mi era capitato di studiare, ma che in pochi conoscono: il tempio di Sant’Ansano. Per trovarlo siamo dovuti salire fino alla piazza del Mercato, che anticamente era il Foro di Spoleto, la piazza più importante, e da qui percorrere via dell’Arco di Druso, così chiamata perché scavalcata da un arco onorario romano, dedicato a Druso, nipote di Augusto. L’arco anticamente costituiva la porta di accesso al foro e accanto vi sorgeva un poccolo tempio su alto podio con 4 colonne sulla fronte: un tempio che per la sua posizione (aperto sulla piazza principale della città) e per le sue caratteristiche doveva essere destinato al culto dell’imperatore.
Il tempio, così come l’arco, è realizzato nel I secolo d.C., un’epoca di grande ricchezza per Spoleto così come per tutte le città d’Italia nei primi decenni dell’Impero. Il tempio mantiene la sua funzione molto a lungo, ma nel VI secolo d.C., una volta caduto l’impero romano e nel bel mezzo delle guerre tra Goti e Bizantini per il possesso dell’Italia centrale, al di sopra di esso fu costruita una chiesa dedicata al santo eremita Isacco, le cui spoglie mortali furono accolte in un sarcofago custodito nell’annessa cripta. Il sarcofago è finemente scolpito. Buffe figure ne ornano i lati.
Una curiosissima figura sull’angolo del sarcofago di Sant’Isacco
Qualche secolo più tardi fu cambiato l’orientamento della chiesa, che ormai è dedicata a Sant’Ansano.
La chiesa si imposta direttamente sulla sommità del podio del tempio: antico e nuovo piano d’uso coincidono. La cripta invece è ricavata immediatamente davanti all’antica facciata del tempio, sventrando la scalinata di accesso. L’interno è una piccola meraviglia, con le pareti affrescate e il soffitto sorretto da piccole colonnine in marmo, provenienti da qualche edificio romano in rovina. Ciò che rimane visibile del tempio, invece, è proprio il podio, che si distingue proprio bene lungo il lato esterno: i templi romani solitamente erano realizzati su alto podio perché si doveva avvertire il distacco tra l’uomo e il divino; quando in età medievale il livello del suolo si innalza, il podio viene pian piano interrato, divenendo fondamenta della chiesa di Sant’Ansano.
Incredibile come la storia di certi edifici sia così nascosta eppure intensa. Anche se non si tratta di edifici universalmente noti, hanno comunque una storia, la loro storia, da raccontare. Una storia scritta nelle pietre e nei muri che sono contenta e orgogliosa di potervi raccontare.