Una silloge preziosa che raccoglie in versi l’infinito mondo che alberga nell’animo dell’autrice, Maria Teresa Manta, poetessa dei sentimenti sopiti.
Così mi ritrovo a leggere queste sue poesie solo a tarda sera perché nel frastuono della mia giornata, passi e versi importanti avrei potuto perderli in mezzo a tanto clamore. Invece le poesie di questa splendida autrice meritano silenzio e attenzione:
“Chi sa dove volano i sogni/ quando, sul cocchio della speranza, / spediti vanno e prigionieri del pianto…”
…E sì, perché di sogni noi viviamo, di sogni perduti seppure nella solitudine di ciascuno; ma Maria Teresa ancora una volta alza la testa e ritrova quegli stessi sogni di cui ha nutrimento la sua vita, li ritrova nel suo cuore, semplicemente nei battiti di un cuore che non smette di amare quel figlio perso, protagonista già del suo primo lavoro “…Oltre la diga della sclerosi dei sentimenti sopiti…” Ma questa volta Maria Teresa fa un passo in più nei confronti di questi versi, decide di pubblicare alcune delle sue poesie in altre lingue, francese, inglese per esempio; la silloge è composta così da 29 poesie alcune delle quali appunto tradotte, il cui tema comune è l’amore per la vita, un amore per la vita che non si spezza nonostante il lacerante dolore che strazia Maria Teresa:
“ Vivo fuori dal tempo bastardo/ Che a me ti ha tolto/ E guardo sbiadite foto/ E cerco rumori attutiti, sordi, svaniti, sprofondati…”
… E nonostante lei senta che i suoi sogni siano oramai distrutti, sbiaditi e calpestati, conserva la speranza che suo figlio possa ancora guardarla da lassù, magari anche attraverso quello stesso cielo che regala agli amanti un manto di stelle. Così la Luna che spesso diventa oggetto di versi poetici per gli innamorati, questa volta diventa oggetto di sfogo, perché l’autrice l’accusa di non avere abbastanza luce per il buio che ha dentro al suo animo.
Dolore, amore, sogni e realtà, in un’intercalare di versi che esprimono sentimenti veri ma opposti, che rappresentano la diatriba fra i sogni sbiaditi e una speranza mai finita nell’anima di una poetessa che solo attraverso la poesia riesce a trovare quella pace che non riesce a trovare in nessun posto del mondo. Così vedo la scelta di tradurre alcune delle poesie in altre lingue, trovare una pace comunque, perché ogni posto, in una qualunque parte del mondo, potrebbe darle quella pace a cui anela la sua anima, pace che in realtà mai ritroverà e che trova ristoro solo nei versi che il cuore spezzato di una madre riesce a “far rinascere”.
L’autrice commossa nel trascrivere queste poesie, riesce a far commuovere i suoi lettori, almeno questo è l’effetto che ho subito nel momento in cui ho interiorizzato i versi della Manta, e solo dopo aver girato l’ultima pagina della sua ultima poesia “ Meravigliosa estate” ci si rende conto, che oltre le lacrime sorde del dolore di una madre, c’è altro, c’è il cuore di una donna forte che ingoia quelle stesse lacrime e regala una speranza attraverso versi che elogiano l’estate, stagione in cui si rinasce a nuova vita, in cui ci si libera del mantello invernale, in cui ci si veste solo di noi stessi e dei nostri stessi sogni; una stagione, l’estate, che ci porta a mirar, col naso in su, quello stesso cielo che sembra portare luce nuova alle nostre speranze sopite, perché la speranza in realtà non si è mai spenta, non è mai finita e questo Maria Teresa Manta lo sa perfettamente descrivendo la ritrovata pace in maniera dolcissima.
“Il tempo del silenzio” edito da Albatros 2013
Written by Barbara Filippone