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Il Tempo prende, il Tempo dà… Ivano Mugnaini, “Il Tempo salvato”

Creato il 22 giugno 2011 da Retroguardia

Il Tempo prende, il Tempo dà… Ivano Mugnaini, “Il Tempo salvato”Il Tempo prende, il Tempo dà… Ivano Mugnaini, Il Tempo salvato, prefazione di Luigi Fontanella, Piacenza, Blu di Prussia, Editrice, 2010

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di Giuseppe Panella*

 

Posto sotto il segno salvifico di una citazione beckettiana (da En attendant Godot – p. 49), Il Tempo salvato di Ivano Mugnaini, scrittore pisano e già autore di molti testi in verso e in prosa, si confronta con la necessità di utilizzare il tempo che rimane della vita nella prospettiva di un suo riscatto mediante la poesia.

Considerare il Tempo come il nemico da sconfiggere durante la propria esistenza non è certo possibile ma non ci si può neppure affidare ad esso in modo totale, rinunciando a cercare una via di scampo o provare a gestirne l’angoscia e la sua prorompente volontà di azzerare ciò che è già accaduto confinandolo nell’oblio.

«Da luoghi di sangue senza più calore, / anime morte si affollano ai margini / di centri commerciali aperti a miraggi / di saldi all’ottanta per cento, davanti / a un Caronte senegalese parcheggiatore / precario nella pupilla ferita di ferocia, / incerto tra il riso e la nostalgia / di una terra di bellezza / assolata. Ti chiedi, da solo, se sussiste, / se respira ancora, il tempo salvato, strappato / con la vita alla vita» si legge a p. 62 del libro. La vita riservata alla poesia riscatta così la vita trascorsa nel tempo. In questi versi risuona l’esigenza – ricevuta e ripresa anche dal prefatore Fontanella – di porsi sotto il segno del comando che il Tempo esercita sulla Vita e che trasforma quest’ultima in un procedimento di continuità temporale esterna e non compresa nello scorrere dell’esistenza di ognuno. Se il Tempo può essere salvato dalla poesia questo accade non tanto perché esso è compreso nel suo dispositivo mentale ma proprio perché si dispone e si dispiega al di fuori di quest’ultima e se ne lascia avvolgere. E’ forse questo il “tempo dell’attesa” (titolo di un’altra lirica di Mugnaini a p. 76) che bisogna attraversare e conquistare per riuscire a dare senso alle parole usate per circoscrivere la vita.

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