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Il tempo sudicio

Creato il 02 marzo 2011 da Lucas
Ci sono giorni che odioCome insulti cui non posso rispondereSenza il pericolo di una intimità crudeleCon la mano che lancia il pusChe lavora al servizio dell'infezione
Sono giorni che non avrebbero mai dovuto uscireDal cattivo tempo fissoChe ci sfida dalla pareteGiorni che ci insultano che ci buttanoI sassi della paura i vetri della menzognaLe monetine dell'umiliazione
Giorni o finestre sopra lo stagnoChe si specchia nel cieloGiorni del giorno-per-giornoTreni che portano il sonno a brontolare verso il lavoroIl sonno centenarioMalvestito malnutritoVerso il lavoroLa martellata int estaLa piccola morte maliziosaChe nella spirale delle sireneSi nasconde e fischia
Giorni che ho passato nelle fogne dei sogniDove il sordido dà la mano al sublimeDove ho visto quanto è necessario dove ho imparatoChe solo fra gli uomini e per essiVale la pena di sognare
Alexandre O'Neill, Nel Regno di Danimarca, 1958, in AA.VV., La parola interdetta. Poeti surrealisti portoghesi, Einaudi, Torino 1971 (a cura di Antonio Tabucchi).
Tra quindici giorni si festeggerà ufficialmente il centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Spero che quel giorno, sul palco delle autorità (mentre sfilano le forze armate e le frecce tricolore), venga ricordato questo sudicio 2 marzo 2011.Cospargete la strada di vomito: i fiori gettati resteranno ivi incollati, tanto che il vento forte di marzo non li spazzerà via. Il vomito è un buon segno, un segno d'amore: come se si fosse incinti di questa fottuta Italia, che ci tradisce quasi sempre con sorridenti figli di puttana che la trascinano nel loro infimo tornaconto. Vomitare fa bene, marzo aiuta, la luna pure. È necessario rigettare il sudicio che quotidianamente ci gettano addosso. Lo so, si sta male a farlo. Ma pensate al dopo. Un po' di citrosodina, un bel rutto interno (come il ministro) e il sudiciume sarà digerito. Ogni sorriso è polvere, anche il mio. Abituato com'è a posarsi senza tregua sulle cose, il mio sorriso si augura di «aver imparato che solo fra gli uomini e per essi vale la pena di sognare».

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