Faentino di nascita, astronomo autodidatta, Bendandi divenne famoso tra il ventennio fascista e l’era della prima televisione per le sue previsioni, alcune delle quali sorprendentemente azzeccate, dei terremoti italiani. Bendandi non era un professionista né riuscì ad esporre le proprie teorie sismologiche in una forma ritenuta accettabile da parte della comunità scientifica e tuttavia, complice la neonata dimensione parallela televisiva, egli divenne un autentico personaggio pubblico, da intervistare all’indomani dei sismi che sconvolgevano l’Italia e sui cui inascoltati avvertimenti ricamare storielle ad uso e consumo dei sudditi imbambolati di fronte alle scatole dei sogni: se proprio bisogna perire sotto un terremoto, almeno si perisca davanti alla TV.
Oggi che gli universi paralleli sono sempre più di moda non ha molta importanza che il Nostradamus dell’Appennino, che fra l’altro morì non avendo saputo prevedere la caduta di un pesante rullo della strumentazione pazientemente raccolta nella casa-osservatorio di Faenza giusto addosso alla sua persona, abbia partorito nella sua non breve esistenza un centinaio di previsioni di terremoti solo fino al 1977. Già corre la ghiotta notizia, affiliata al miglior filone catastrofico di cui la scatola dei sogni è ancora il principale mezzo di diffusione, che entro i primi giorni dell’aprile 2012 una serie di terremoti metterà in ginocchio il pianeta e in particolare il Belpaese: novella che si auspica verrà smentita, come già accaduto nel maggio 2011, dall’associazione nata in memoria e per la diffusione delle teorie del suddetto personaggio e che risponde al simpatico, un po’ prevedibile e per niente catastrofico nome di Bendandiana, con l’augurio altresì che il mondo vada avanti incolume, nonostante gli inevitabili sismi, almeno fino al suo presunto epilogo il prossimo dicembre; ovvero, per i più ottimisti, fino a quel 3797 che sarebbe appunto l’anno dell’ultima profezia di Nostradamus. Niente panico dunque: c’è tutto il tempo di finire di guardare il proprio programma preferito alla TV.