Magazine Cinema

Il terrorismo anni 70 nel corto “la storia di sonia”

Creato il 27 novembre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

 

di Giovanni Agnoloni

Terrorismo anni 70 3 117x170 IL TERRORISMO ANNI 70 NEL CORTO LA STORIA DI SONIA
Il terrorismo anni 70, nel corto La Storia di Sonia (Sonia’s Story), di Lorenzo Guarnieri (ispirato a un’idea di Rachid Benhadj) risalta, sia pur concentrato nel breve spazio di un cortometraggio, in tutta la sua drammaticità. Il regista fiorentino, strapremiato a livello internazionale, ha rivelato, nella storia della giovane Sonia, giovane mamma dedita alla (e vittima della) lotta armata, una ricchezza di sfumature e di varietà di toni ed espressioni veramente sorprendente, raccontando con immagini icastiche e profondamente persuasive la temperie di un’epoca e la parabola di una vita (parzialmente) sprecata per dedicarsi a un ideale omicida. Protagonista centrale, l’attrice Alba Grigatti.

Ecco la mia intervista al regista, che per inciso è anche un chitarrista diplomato al Conservatorio “Cherubini” di Firenze – il che non mi sorprende, visto il sapiente accostamento di immagini e musica che si nota nel suo lavoro. Lo si vede fin dalla prima sequenza, che riprende dei bambini nell’atto di riprodurre, all’interno del Teatro Romano di Fiesole, il celebre “triello” alla fine del film Il buono, il brutto e il cattivo 

1. La citazione di Sergio Leone in apertura è solo apparentemente rassicurante, perché quei giochi di bambini preludono all’urlo deflagrante della piccola Sonia, e all’inquietante sigla del tg che annuncia il rapimento di Aldo Moro e la strage degli uomini della sua scorta. Hai voluto rendere il senso dei contrasti di “gusto” di un’epoca popolata tanto dal dramma, quanto dalla rassicurante quotidianità figlia della “tradizione italiana”?

In un certo senso sì e no. Il film di Sergio Leone usciva proprio nel 1968, e quella generazione ha certamente visto quel film, imitandone poi le gesta nei loro giochi infantili, e ne hanno fatto parte anche chi è entrato nella lotta armata. Il tg appartiene alla storia del nostro paese, quel servizio di Fraiese in via Fani è un pezzo di giornalismo indimenticabile per la sua drammaticità e per la bravura del giornalista italiano capace di improvvisare tutto il servizio. Una lezione di vero Giornalismo.

 

Terrorismo anni 70 255x170 IL TERRORISMO ANNI 70 NEL CORTO LA STORIA DI SONIA

Alba Grigatti sul set (foto di Corrado Sacchi)

2. Diverse sequenze (come quella in cui Sonia, subito prima di sparare, si trasforma in “mostro”) hanno una matrice espressionistica che ben sottolinea i paradossi di una gioventù divenuta terrorista mentre, al tempo stesso, parlava di biberon e pannolini per i propri figli. È per questi motivi così “perturbanti” che hai deciso di affrontare questa epoca storica?

Mi incuriosiva la duplicità. Sonia è ragazza, donna, madre, ma anche qualcosa di altro. Mi intrigava far vedere esplicitamente questo cambiamento sullo schermo senza vie di mezzo, in maniera brutale ma allo stesso tempo umana. La musica prima è trionfale, e sottolinea anche il mito di Sonia mentre estrae la pistola, ma dopo ho lasciato il silenzio, e mentre Sonia spara ho introdotto un valzer triste che raffreddasse quell’atto, facendo di lei un icona, un simbolo del Terrorismo, che è ormai relegato alla storia. In quel momento, lo spettatore si distacca e guarda criticamente quel gesto; ha tempo per pensare.

3. Il lavacro simbolico, che segna il riscatto della protagonista, è il segno che, a tuo avviso, gli errori e le colpe di una generazione possono essere mondati e superati, o piuttosto che è necessario guardare oltre quel passato?

Ogni essere umano può redimersi. Nel film ho messo l’arte come mezzo di redenzione. L’arte che parla con le sue simbologie attraverso le opere scultoree dell’Artista grossetano Rodolfo Lacquanniti. Sonia dovrà affrontare una lunga detenzione in un luogo chiuso, che la costringerà a una profonda indagine interiore, nella quale dovrà riscoprire un linguaggio nuovo, e una primitività necessaria per purificarsi. Con il passaggio finale sotto la porta d’acqua, Sonia ha lasciato dietro le spalle il suo passato ed è pronta per tornare nel mondo.

4. Una nota sui testi, letterariamente molto convincenti e capaci di “toccare dentro”. Hai cercato di realizzare, anche attraverso questi, un’opera “sinestetica”, che unisse suggestioni visive, uditive e – aggiungo – tattili (efficacissime le inquadrature sulle mani di Sonia che percorrono, adunche, le pieghe del muro della cella)?

I testi sono tratti dalle opere di Joseph Conrad Cuore di Tenebra e La linea d’ombra. Anche questa è stata una citazione cinematografica, se pensiamo ad Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Il racconto parla di un personaggio che si perde in un mondo sconosciuto e misterioso, e tornerà cambiato per sempre da quel viaggio. Il testo era chiaro e semplice, e la combinazione con Sonia mi sembrava perfetta. Le immagini sono state curatissime grazie anche alla collaborazione di David Becheri, che è stato il direttore della fotografia. Ho voluto catturare vibrazioni di luce e colore che mi permettessero di fare a meno di noiosi dialoghi e di spiegazioni inutili. L’immagine è al centro della narrazione. Questo mi è sembrato il linguaggio da adottare per questa storia così difficile da raccontare, ma che doveva non dare risposte, bensì suggerire domande. Lo spettatore non è trattato passivamente; si richiede la sua partecipazione.

 

Terrorismo anni 70 2 255x170 IL TERRORISMO ANNI 70 NEL CORTO LA STORIA DI SONIA

Il regista Lorenzo Guarnieri (foto di Corrado Sacchi)

5. I numerosi riconoscimenti che hai ottenuto con “La storia di Sonia” ti aprono le porte del cinema “di lungometraggio”. Proiettandoti su questa dimensione, pensi di continuare a lavorare su questo taglio stilistico?

Attualmente il film ha avuto 18 premi internazionali nei maggiori film festival mondiali. Ho presenziato promuovendo il film in India, Indonesia, Stati Uniti, Australia, Germania, Camerun, Russia e Emirati Arabi. In Italia non ha vinto niente, ma questo non mi sorprende; avevo già previsto l’imbarazzo e la poca libertà nell’accogliere l’argomento da me proposto. L’italietta poco coraggiosa è sempre provinciale, ed è fuori dal comune sentire di artisti e creativi che con la loro opera cercano di distinguersi. Credo a un cinema esportabile e che abbia un’identità propria, e rifuggo dai facili temi ormai abusati dalla cinematografia nazionale. Comunque la sfida è stata vinta, ho avuto molte soddisfazioni internazionali e ho incontrato molti produttori e registi innamorati dell’Italia. Il prossimo progetto sarà certamente un lungometraggio. La cosa più difficile è trovare una storia scritta bene per il cinema: attualmente mi sto concentrando su tre storie, e vedremo cosa succederà. Stilisticamente tutto deve essere in funzione della storia che vuoi raccontare, mantenendo una cifra personale riconoscibile. Mi piace il dinamismo della macchina da presa che cerca un gesto un movimento e ne è protagonista. Ormai la tecnica cinematografica è conosciuta ai più, e credo che la particolarità stia nel trovare inquadrature interessanti e innovative, che possano stimolare lo spettatore dandogli nuovi punti di vista.

(foto tratte dalla pagina facebook di Lorenzo Guarnieri)

Per saperne di più, consulta l'articolo originale su:

http://www.postpopuli.it/31984-il-terrorismo-anni-70-nel-corto-la-storia-di-sonia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-terrorismo-anni-70-nel-corto-la-storia-di-sonia


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :