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Il Terzo Comandamento

Creato il 28 aprile 2011 da Albino

Oggi non so da dove cominciare. Forse dovrei dire prima di tutto che questa serie di post mi cade a fagiuolo per evitare di concentrarmi sulla situazione italiana, dove e’ meglio se sto zitto o mi tacciano di comunismo, a me.

E allora per evitare questi discorsi partirei dal notare come ieri vi siate sbizzarriti nell’elencare tutte le citta’ spagnole possibili, immaginabili, nonche’ presenti, passate e future. In effetti, capisco che sole + mare + vita… beh: viene in mente la Spagna (lo confesso, c’avevo pensato pure io, ma solo a Barcellona). Forse e’ anche un luogo un po’ esotico e vacanziero, per quello mi avete inserito citta’ come Malaga o Siviglia che, francamente, non definirei delle vere e proprie “metropoli”. Forse ieri avrei dovuto darvi un numero piu’ che una descrizione, dire – che ne so – che voglio stare in una citta’ la cui popolazione superi i tre milioni di abitanti. Tanto per tagliare la testa al torero.

Comunque sia, ieri ho letto anche altri posti che mi sembrano adeguati. A parte la sempre presente Australia, con Melbourne e Sydney, ho letto di Roma, San Francisco, Lisbona, San Diego, Buenos Aires, ecc… pure Rio de Janeiro, la quale purtroppo mi fallisce il requisito sull’inverno.

Mi sembra ci stiamo facendo un’idea, quindi procederei subito con il terzo requisito. Ricapitolando, nel primo abbiamo definito il clima di questa fantomatica citta’-graal: vogliamo quattro stagioni, ma l’inverno lo vogliamo il piu’ corto e mite possibile. Nel secondo abbiamo definito la struttura e la geografia della citta’: vogliamo una metropoli medio-grande affacciata sul mare. Ora, nel terzo, definiremo lo stile di vita del Graal del Viaggiatore di albino.

Primo: voglio un posto dove ci sia una cultura del lavoro che potrei definire di stile "anglosassone", anche se non vorrei fuorviarvi con questo. Voglio una cultura del lavoro dove sia data importanza all’individuo piuttosto che all’azienda, e dove soprattutto valga una vera e sana meritocrazia. In altre parole, voglio una citta’ in cui io abbia qualche possibilita’ di trovare il lavoro che dico io. Anche per questo ho bisogno di una metropoli: non credo che a Malaga in Spagna ci siano molte posizioni aperte per ingegneri ferroviari, al momento. Soprattutto quando uno cerca di lavorare per multinazionali di una certa grandezza.

E il lavoro che dico io e’ un lavoro che paga bene, che offre prospettive di carriera interessanti, che offre possibilita’ di viaggiare. Un ambiente giovane in cui fai carriera se sei bravo e non se lecchi il culo o se sei un “anziano”. Un ambiente in cui, ripeto, l’individuo e’ messo al centro dell’attenzione: quindi non certo situazioni come qui in Giappone dove se timbri alle 8:31 ti tolgono mezza giornata, ma piuttosto come in Australia dove non vai a “chiedere” le ferie, ma vai a “comunicare” che vai in ferie.

Secondo: voglio una citta’ in cui la cosiddetta “classe media” viva bene. In Italia, ad esempio, nell’ultima generazione la classe media e’ stata annientata. In Italia o hai i soldi e giri in Cayenne, oppure sei piu’ o meno precario e fai fatica ad arrivare a fine mese. Mentre invece uno stile di vita di mezzo tra questi due ho paura che in Italia un lavoratore dipendente se lo sogna, a meno che non faccia il politico o non abbia mansioni da dirigente (ovvero a 50 anni).

Poi c’era anche un terzo punto, ma scrivendolo mi sono reso conto che non e’ un punto, bensi’ un altro requisito. Lo sviluppero’ meglio, ma nel prossimo episodio.



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