C’è uno dei concerti brandeburghesi di Bach, il terzo, che si presta egregiamente a simulare un appassionante dialogo tra diversi interlocutori. Almeno io ve lo propongo come commensale e credo che persone educate come voi, non lo lasceranno fuori dalla porta prima di averlo ascoltato attentamente. Come in una pacata ma animata discussione tra amici in cui ognuno vuole dire la sua, così in questo concerto animato solo dal suono di archi leggeri (viole e violini), c’è una gara, una educatissima ma estenuante rincorsa degli uni sugli altri. I violini vogliono dire la loro col loro suono limpido ed acuto e subito le viole riprendono lo stesso motivo con un suono più basso, più dolce e leggiadro ed ancora i primi ricominciano la corsa e così “ad infinitum” a deliziare le nostre menti immerse in un mare di suoni, in una cascata di emozioni che sanciscono il trionfo del barocco, della musica italiana, laddove Vivaldi segnò indelebilmente con l’imprinting la mente del grande compositore tedesco. Ve lo propongo come l’augurio musicale di trascorrere una buona giornata.