La rappresentazione teatrale messa in scena dall’Associazione “Terzo Millennio” in occasione della festa dell’emigrante fa parte a buon diritto del clou dell’agosto eufemiese. Una manifestazione giunta alla diciassettesima edizione, così come l’escursione naturalistica: altra iniziativa di grande successo dell’associazione presieduta da Francesco Luppino, che quest’anno ha avuto come scenario l’incanto delle cascate del Marmarico, a Bivongi.
Alla soglia della maturità, la compagnia teatrale ha voluto rilanciare. Sì, perché non era per niente facile “nascondere” le assenze dei bravissimi Paolo Occhiuto, Mimmo Ceravolo e Giuseppina Violani. Il rapporto tra attori e pubblico è un’alchimia che si basa sulla fiducia. Lo spettatore sa chi sale sul palco, l’attore sa cosa il pubblico si aspetta. Ecco il perché della sfida, in un momento di intuibile e comprensibile disorientamento.
Da qui la scelta azzardata di alzare l’asticella e misurarsi con i giganti del palcoscenico allestendo “Non ti pago”, commedia in vernacolo liberamente tratta dai tre atti scritti da Eduardo De Filippo nel 1940. La risposta del pubblico è stata più che positiva, considerato che oltre mille persone hanno gremito piazza Municipio (soltanto i posti a sedere, andati a ruba, erano circa 700).
Quel che più ha colpito è stata la perfezione dei tempi di scena, segnale evidente di un lungo e scrupoloso lavoro di preparazione. Un salto di qualità visibile nel ritmo incalzante, mai stanco, senza tempi morti: un soffio di leggerezza durato un’ora e quaranta minuti, dopo la puntuale presentazione di Martina Napoli.
Se rimpianto può esserci, è dettato dalla convinzione che lo sforzo organizzativo (regia, scenografia, costumi e musiche sono a cura dell’associazione) e la bravura di Francesco Luppino, Pina Marafioti, Chiara Albanese, Enzo Fedele, Ciccio Nolgo, Enza Saccà, Maria Iero, Rachele Pellegrino, Eurema Pentimalli, Domenico Rositano e Rossella Forgione meriterebbero di uscire dai confini comunali, come d’altronde è già avvenuto in passato.
Ma qua si torna alla questione iniziale. Cosa si vuole fare. Cosa si può fare.