Il terzo tempo è andato a meta, di Enrico Maria Artale

Creato il 23 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

23 novembre 2013 

commento di Maurizio Ermisino

Il terzo tempo, nel rugby, è il momento che avviene subito dopo la gara. I giocatori smettono di gareggiare e stanno insieme, magari bevendosi una birra. Il terzo tempo, nella vita, può essere quell’occasione in più che ti può capitare quando hai già speso i due tempi e credi di essere alla fine, la tua venticinquesima ora quando le tue ventiquattro ore sono finite. Il terzo tempo, l’occasione di riscatto che capita a Samuel, ragazzo difficile appena uscito dal riformatorio, è l’ingresso in una squadra di rugby: il suo assistente sociale, Vincenzo, è anche l’allenatore della squadra, e gli propone di iniziare ad allenarsi con lui.

Il terzo tempo è il momento in cui si riconoscono i meriti dell’avversario, si impara il rispetto dell’altro. E il rugby è lo sport in cui si capisce il valore dell’aiuto reciproco, della solidarietà, del gioco di squadra: un buon giocatore non è niente se non si muove insieme agli altri. Sono proprio questi valori che aiuteranno Samuel, che fino a quel momento è stato un bullo, un solista, un cane sciolto, a trovare il suo posto nel mondo.

Presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti, dove è stato accolto molto positivamente, Il terzo tempo è diretto da Enrico Maria Artale, e vede alla produzione un binomio molto particolare, quello tra il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Filmauro di De Laurentiis. Il film nasce proprio come produzione del Centro, dove Artale si è diplomato, che ha fornito l’intero cast tecnico al film. Anche i due protagonisti, Lorenzo Richelmy e Margherita Laterza, arrivano dalla scuola romana. Per Artale è l’occasione di parlare ancora del suo amore, il rugby, nato proprio dopo aver diretto un documentario, I giganti dell’Aquila, sulla squadra abruzzese.

Il film di Artale è una scelta molto particolare per quanto riguarda la Filmauro che, a parte qualche raro film d’acquisizione, ha puntato sempre sulle commedie dall’incasso sicuro. La casa di produzione di De Laurentiis è in realtà entrata in scena in un secondo tempo, quando il progetto era già partito. Ma Il terzo tempo potrebbe essere una scelta riuscita, e il segnale per Filmauro che si possono battere strade nuove. Già che un film come questo sia stato realizzato è un risultato positivo. Se pensiamo a quanti giovani talenti ha permesso di lavorare, cosa rara oggi in Italia, possiamo dirlo forte: Il terzo tempo è andato a meta.

di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net



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