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Il tesoro del silenzio. Un grande libro sui monaci d’Oriente e d’Occidente

Creato il 28 dicembre 2013 da Milleorienti
L'abbazia benedettina di Praglia (Padova)

L’abbazia benedettina di Praglia (Padova)

Cari lettori, voglio chiudere questo 2013 – inquinato da troppo rumore e troppe vane parole – con un invito a scoprire i tesori segreti del silenzio. Qui potete leggere una mia piccola recensione (pubblicata tempo fa sul quotidiano Avvenire) di un bellissimo libro di Mayeul de Dreuille: Uno sguardo ad Oriente. La Regola di San Benedetto e le tradizioni ascetiche dall’Asia all’Occidente, Edizioni Scritti Monastici Abbazia di Praglia, 2013, pp. 507, euro 32. Buona lettura, e luminoso anno nuovo a tutti! MR
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L’Abbazia di Praglia è un maestoso monastero benedettino fondato in territorio padovano, nei Colli Euganei, fra l’XI e il XII secolo. Uno dei molti frutti preziosi di questa storia antica è costituito dalle Edizioni Scritti Monastici dell’Abbazia, che presentano alla coscienza contemporanea esperienze e saperi anche lontani nel tempo e nello spazio ma ancorati a principi e valori perenni.

Appartiene a questa collana editoriale un libro di grande fascino da poco pubblicato: «Uno sguardo ad Oriente. La

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Regola di San Benedetto e le tradizioni ascetiche dall’Asia all’Occidente». L’autore è padre Mayeul de Dreuille, che per lungo tempo ha vissuto fra l’India e lo Sri Lanka per partecipare alla formazione di giovani benedettini in vari monasteri. Nei lunghi anni in Asia padre de Dreuille ha incontrato altre culture religiose – in particolare l’induismo e il buddhismo – interrogandosi sulle tradizioni monastiche orientali e su similitudini e differenze che queste presentano rispetto alla Regola di San Benedetto, che com’è noto sta a fondamento di tutto il monachesimo occidentale e ha esercitato un’influenza profonda sulla civiltà europea. Il libro è appunto il frutto di tali ricerche e vuole essere un commento della tradizione benedettina alla luce di altre tradizioni, capace anche di cogliere i valori fondamentali che – pur in modi diversi – sono incarnati nelle varie forme di vita monastica cristiana e non cristiana.

L’opera è divisa in due parti: la prima studia il Prologo e i sette primi capitoli della Regola benedettina che formano la sua parte dottrinale; la seconda riguarda i diversi aspetti della vita nel monastero e i suoi tre pilastri, cioè la comunità, la regola e l’abate. Partendo dalla constatazione che la vita monastica nelle diverse religioni ha avuto un numero limitato di forme – vita eremitica stabile o itinerante e vita cenobitica in piccole o grandi comunità – ogni capitolo del libro parte dall’analisi di un aspetto della Regola benedettina per porlo poi a paragone con le pratiche degli ashram induisti e dei monasteri buddhisti o con le dottrine del sufismo islamico.

Di grande interesse, per esempio, è il capitolo dedicato al “Dominio delle parole e dei pensieri” e a una dimensione interiore di cui oggi – in quest’epoca roboante e caotica – si avverte sempre più diffusamente l’esigenza: la dimensione del silenzio. Padre de Dreuille inizia ricordando l’importanza del silenzio per gli asceti induisti («la ragione ultima del silenzio è la ricerca della Verità, ossia la presenza divina nascosta dietro l’apparenza delle cose»); passa poi a considerare la prospettiva monastica buddhista, più orientata a una vita comunitaria e una meditazione preparata da una salmodia corale, meditazione che a differenza di quella cristiana ha al suo centro il vuoto; poi esamina il valore del silenzio nella tradizione cristiana prima di San Benedetto, dal ritiro nel deserto di San Paolo alle dottrine di San Pacomio, San Basilio, Sant’Agostino e Cassiano; infine approfondisce il significato della taciturinitas benedettina, che include la carità e il “buon uso” della parola.

Il risultato complessivo è quello di una riflessione sui possibili terreni di un dialogo interreligioso che, senza “confusioni” di sorta, evidenzia la peculiarità dell’insegnamento benedettino.


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