E la gente guarda e vede che ti scendono le lacrime quando prima gli occhi erano gonfi e lucidi.
Si girano dall'altra parte come se le lacrime fossero contagiose, una malattia da cui stare prontamente lontani per non esserne contagiati. Tu mia hai fatto ammalare fino a questo punto, fino a che nulla mi ha sostenuto e loro, le lacrime sono scese. Sono amare, evanescenti, senza più nessun peso. Sono lacrime della fine, il the end al cinema, e dopo si accendono le luci. Ma io resto spenta e incapace di trattenere questa emozione che ha fatto di me lo zimbello dei passanti. Mi sento svenire, mi siedo sul marciapiede sporco e logoro di vite vissute e passate di lì. Quante non avevano un altro posto in cui andare. Un altro posto. Un posto che non mi dica di te, che cancelli in fretta la disperazione di non poter più vederti. Un posto che mi tolga questo peso che il mal d'amore mi sta provocando. Non mi hai nemmeno aiutato a cavarmela con le prime lacrime, mi hai lasciato sola in loro compagnia. E continuano a scendere e non le trattengo perché mi manca la forza, esterrefatta, lacera, sono seduta sulla mia vita che ha finito i suoi passi.
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