2 gennaio 2013 Lascia un commento
Volevo ripiegare sul fatto che un film come questo o lo faceva Gassman o nessun’altro, il che’ e’ vero ma lo stesso si puo’ dire per i rimanenti tre colonnelli del cinema italiano Sordi, Tognazzi e Manfredi quindi non e’ propriamente una sua peculiarita’.
Mettiamola cosi’, Risi ha saputo tirare fuori il meglio da Gassman se epiteti come "mattatore" e "tigre" ancora oggi lo identificano e ce lo fanno ricordare al suo meglio e al suo meglio lo era davvero nel ruolo del quarantenne arrivato, arrivato nella vita, nel prestigio, nel lavoro, nella famiglia ma arrivato anche a quella china dalla quale si puo’ solo scendere, laddove o ci si rassegna subito all’inevitabile o si tenta di spostare la linea della giovinezza un po’ piu’ in la’ anche con l’aiuto della ragazzina ventenne amica del figlio.
C’e’ un’eta’ e c’e’ un tempo per tutto e uno di quarantacinque anni che salta in discoteca come un grillo, ha l’impatto straniante della donna di mezzo secolo in minigonna ma resta il fatto che nessuno e’ migliore di Gassman per regalarne una immagine divertita col giusto fondo amaro su quella che in fondo, e’ la cronaca di una sconfitta che tutti, tuti noi chi prima e chi dopo, dovra’ affrontare.
Certo che Risi ce la mette tutta a far cadere il nostro perche’ con una meravigliosamente giovane Ann-Margret che ti guarda con quegli occhioni blu da bambina incantata, sfido qualunque uomo a resistere e a qualunque donna a dargli torto. Per il resto nessuna morale o intento sociale anche perche’ il quarantenne che perde la testa per una con la meta’ dei suoi anni, esiste da che mondo e’ mondo, semmai il discorso s’inserisce in quell’apertura d’orizzonte sulla sessualita’ che nel 1967 gia’ era in piena attualita’, con tutto cio’ che sarebbe seguito.
Strepitoso tutto, da Gassman in poi non si getta un fotogramma, senza dimenticare la grande colonna sonora di Fred Bongusto.