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‘Il timido e il porta guai’ di Kade Boehme

Creato il 23 maggio 2015 da Nasreen @SognandoLeggend

Il timido e il porta guai

di Kade Boehme

I'm sorry but I can't see the difference

il timido e il porta guaiTitolo: Il timido e il porta guai
Autore: Kade Boehme
Traduttore: Emanuela Graziani
Serie: //
Edito da: Triskell Edizioni
Collana: World/Rainbow
Prezzo: 4,99 €
Genere: Romance M/M
Pagine: 185
ISBN: Edizione Ebook 978-88-98426-64-5

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Trama: Le capacità relazionali di Davy Cooper sono quasi inesistenti, visto che è cresciuto in una solitudine quasi totale da una madre affetta da agorafobia. Ora che è morta, Davy ha bisogno di farsi degli amici per la prima volta nella sua vita. Viene notato da Gavin Walker, ma è talmente intimidito da quel ragazzaccio che veste alla moda, sexy e sicuro di sé, da gettare via il suo numero di telefono ogni volta che gli viene offerto. Quando Gavin lo difende da un tizio maleducato, Davy inizia ad affezionarsi un po’ a lui. Ma, con la sua esperienza limitata, pensa che loro due siano troppo diversi e che qualsiasi cosa di più profondo di una conoscenza superficiale finirà in un disastro totale.

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Recensioneùdi CriCra

Il timido e il porta guai. Un titolo a mio avviso molto appropriato per questo romanzo M/M, miei cari sognalettori, che va ad indicare appieno le peculiari caratteristiche caratteriali dei due personaggi principali. Davy Cooper, il timido, e Gavin Walker, il porta guai. Due giovani uomini ventiduenni che a prima vista sembrano essere uno agli antipodi dell’altro, ma che durante la lettura si impara a conoscere meglio e a trovare i tanti punti che hanno in comune, a cominciare dai diversi comportamenti delle loro madri.

Quella di Davy, malata di agorafobia, nell’intento di proteggere il suo unico figlio dal mondo esterno, non ha fatto altro che trasmettergli le sue ansie e paure, facendolo diventare appunto un ragazzo estremamente timido e diffidente verso il prossimo. E quella di Gavin? Non voglio spoilerare ma sappiate che, a differenza di quella di Davy, sarà davvero pessima, subdola ed egoista, e mi fermo qui per non diventare troppo prolissa, o peggio, volgare.

I want youÈ stato interessante vedere come la riservatezza di Davy verrà internamente smossa dall’insistente tenacia di Gavin nell’ottenere quanto si è prefisso. Davy, I Want You!

Certo, Davy cercherà di stargli alla larga quanto più e possibile ma, sapete come si dice: “le brave ragazze amano i cattivi ragazzi” (sì, lo so Davy, non sei una ragazza, scusami!) e lui appunto ci cascherà con tutte le scarpe come una pera cotta, e scusate l’uso spropositato di paragoni. 😉

Lo odiava perché gli suscitava una reazione. Cercava di convincersi che era perché non lo sopportava, ma sapeva che in realtà era dovuto al fatto che voleva saltare oltre il bancone e leccarlo dalla testa ai piedi. Per fortuna Gavin non sapeva di essere l’unica persona che gli ispirava quel tipo di reazione; di norma Davy era talmente timido da non rispondere neanche a chi gli passava avanti in una fila. Dannazione a Gavin.”

A differenza di Davy, per quel che riguarda Gavin invece, dietro quell’aria da strafottente superfigo e i suoi continui comportamenti libertini, si nascondono dolorosi motivi scatenanti usati quasi a mo’ di rivalsa o autodifesa contro ciò che ha subito in passato da persone a lui care (ricordate? Madre, egoista, subdola, ok?) Gavin quindi, farà di tutto per conquistare il suo Soda Shop Boy e rivalersi dalla sua reputazione di “bel puttaniere”. Forza Gavin!

Fortuna vuole che al loro fianco ci siano anche persone positive e che li amano a prescindere da tutto come Drew, lo zio di Davy, Ray, il nonno di Gavin e un bel gruppetto di amici casinari e leali tra i quali Mason e Sean, sempre pronti a ridire con loro, piangere con loro e sostenerli sempre e comunque.

Gavin e Davy. Due giovani ragazzi non ancora del tutto uomini, con alle loro spalle un fardello già grande da sopportare che li ha segnati nel profondo; in cerca di tenerezza e sostegno l’uno nell’altro, con tanti dubbi, incertezze e paure ancora da affrontare e capaci di farsi sopraffare dai loro stessi sentimenti rischiando di ferirsi involontariamente.

«Lei, signore, è sexy.»
Davy grugnì e arrossì. Gavin amava sapere che il rossore gli arrivava fino al petto, anche se la sua pelle lì aveva un tono miele più scuro. Con gli occhi della mente lo avrebbe sempre visto così ogni volta che fosse arrossito. «Lo sei. È stato…»
«Fantastico?» chiese Davy. Il suo tono speranzoso fece ridere Gavin. E non era quella la migliore delle sensazioni? Baciarsi e stringersi e ridere e parlare. È così che doveva essere il sesso? No. Questo significa fare l’amore. Si calmò a quel pensiero.
«Sì, Davy. È stato fantastico.» E diceva sul serio.

Trouble & the WallflowerUna lettura dolce/amara che si scarta e si gusta come un Monchéri, senza troppi scossoni, semplice e tenera proprio come i suoi personaggi, accompagnata da uno stile eloquente e schietto nei punti giusti. È questo ciò che l’autore, Kade Boehme, è riuscito a trasmettermi con questo suo romanzo.

Infine, un complimento spassionato per la splendida cover che la Triskell Edizioni ha adottato per questo libro. Un Gavin più che azzeccato in ogni minimo dettaglio: dall’uso spassionato di indossare il cappello, ai tatuaggi che si intravedono sul suo corpo per finire poi nella lucente profondità di quegli occhi color nocciola. Che dire di più? Splendida!

Voto

1Astelle

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Kade BoehmeKade Boehme è un ragazzo del sud senza il fascino, ma con tutta la sfacciataggine. Attualmente abita a Seattle, vive di ramen e troppe bevande alcoliche. Guarda la tv solo quando c’è Rachel Maddow o una delle squadre per cui tifa. Passa la maggior parte del suo tempo libero a ballare, discutere di politica o col naso dentro un libro. È anche un fangirl irriducibile di Britney Spears e ha una dipendenza per i lustrini. Ha scoperto la sua vera vocazione, e si spera anche un po’ più di classe, dopo aver scritto una storia breve su due ragazzi che si amavano per un sito solo per adulti meno che rispettabile. Spera di scrivere tutto il romance a cui è personalmente allergico, ma di cui si possano innamorare gli altri. Sostiene che la vita è reale e che anche le storie dovrebbero esserlo.

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