È uscito nelle nostre sale Un Cuento Chino di Sebastián Borensztein, film argentino passato all’ultimo Festival di Roma dove si è aggiudicato il Marc’Aurelio e il Mouse d’oro. Qui da noi arriva al cinema col titolo di Cosa piove dal cielo?, con un esplicito riferimento alla trama del film con tanto di disegno di una mucca in caduta libera nella locandina. Il manifesto originale, decisamente più bello ed efficace, ritrae il volto del protagonista Ricardo Darìn accanto al muso di una mucca. Il titolo originale, che significa “un racconto cinese” non ha nulla a che spartire con quello italiano.
Parto da quest’ampia e forse prolissa considerazione per focalizzarmi sui titoli italiani che vengono affibbiati da diversi anni a questa parte ai film stranieri. È ormai una pratica comune, per i titolisti italiani, lasciare spesso e volentieri il titolo originale alle pellicole anglofone, cosa che in passato accadeva assai raramente. Provate per esempio a guardare cosa c’è al cinema e ne troverete conferma: Hysteria, Ghost Rider, Safe House, The Lady e The Raven sono solo alcuni esempi. Se il titolo è in inglese si lascia così, non si cambia quasi mai perché ormai siamo da anni un Paese aperto alle influenze linguistiche di matrice anglosassone e statunitense. Capita quindi che a The Raven venga lasciato il suo titolo originale con buona pace dei molti che ignorano che questa parola significa corvo
In certi casi invece si arriva al paradosso che un film straniero non anglofono esca in Italia con un titolo inglese tradotto letteralmente dall’originale. Nel 2008 il film horror spagnolo El Orfanato uscì nei nostri cinema col titolo di The Orphanage. Avrebbe forse incassato meno se sulla locandina fosse stato scritto L’Orfanotrofio o direttamente El Orfanato?
In altri casi invece si arriva a delle “finezze incredibili”, vale a dire si modifica un titolo inglese con un altro titolo sempre in… inglese! Come scordarsi infatti di Let me in, il remake americano del bel film svedese Lasciami Entrare, uscito l’anno scorso col titolo di Blood Story? Si poteva trovare, come accadeva spesso in passato, un bel titolo italiano, altrimenti tanto valeva mandarlo in sala senza questa pittoresca variazione. Analogo discorso per How to Train Your Dragon, da noi meglio conosciuto come Dragon Trainer, film d’animazione rivolto anche ai più piccoli che difficilmente possono sapere che trainer vuol dire addestratore. Adesso che la maggior parte dei film americani non ottengono più quegli incassi lusinghieri di un tempo, potremmo anche cercare di affrancarci dalla mania dei titoli anglofoni ad ogni costo e riscoprire l’efficacia di una buona titolazione italiana. Certo che se il risultato dev’essere quello di trovarsi un film come The Guard che da noi è uscito col demenziale e orripilante titolo di Un poliziotto da happy hour allora è meglio lasciare stare e continuare su questa strada.
Boris Schumacher
Scritto da Boris Schumacher il apr 3 2012. Registrato sotto TAXI DRIVERS CONSIGLIA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione