Provare a vendere tonno in scatola dicendo chiaramente che mangeremo la suocera di uno di questi simpatici esemplari ittici francamente non è cosa da tutti. Prendere per i fondelli il medesimo triste tonno sfogliando ami e dicendo - amo...non amo...amo! - rivela un certo sadismo e non solo nei confronti del tonno. Reiterare infine la carogneria del protagonista facendogli sbafare a coltellate un tonno al suo stesso funerale, davanti ai suoi parenti addolorati, per poter arrivare a dire che - sono sempre i migliori che se ne vanno - può addirittura portare a pensare che ci sia stato un equivoco in merito al concetto di "campagna per il tonno". E forse ha portato qualcuno a chiedersi se il cinismo e la tetraggine sono le leve migliori per aumentare le vendite delle sue scatolette. Può darsi che sia nato così uno di quei tipici mostri che prendono vita quando certi clienti riescono a impossessarsi di bisturi, sega, ago e filo e cominciano a smanacciare a casaccio nel tentativo di creare la creatura perfetta. Il risultato è che il bastarderrimo marinaio, sempre mangiando con la grazia di un punkabbestia, non si accanisce più con i poveri tonni, ma si limita a provocare Nettuno dicendogli che non è più il re dei mari. E perché? Ma perché l'hanno detto i consumatori, accorsi inferociti in massa sulla scogliera per gridarlo tutti insieme agitando la scatoletta. Va bene, i tonni saranno rispettati, ma a noi chi ci pensa?