“Siamo tutti nel rigagnolo; ma alcuni di noi fissano le stelle”
Oscar Wilde
Ispirato alla vita e alla poesia di Alda Merini, impreziosito da alcuni passi tratti da “Lettere al Signor G” e da “L’Anima Innamorata”, per la regia di Mario Schittzer è in scena dal 28 Febbraio al 4 Marzo al Teatro Trastevere di Roma un omaggio ad una delle donne più straordinarie che il secolo breve abbia donato al nostro paese.
Nei panni della poetessa milanese, che della vita e degli umani conobbe la grazia e la più brutale violenza, Elisa Pavolini, in un monologo di cui è autrice, domina il palcoscenico come una regina solitaria, immersa nei ricordi e circondata, tutt’intorno, da vecchi abiti, cappelli, guanti che risvegliano di volta in volta i fantasmi del passato. Come petali di un fiore, strappa uno ad uno i ricordi alla memoria e rivive l’incanto, l’orrore, l’estasi e la violenza dei suoi amori. Il Titano, Padre R, il Barone, suo marito, tutti gli uomini a cui ha donato il calore del corpo di donna o la profondità di un’anima radicalmente votata all’autenticità.
Cosa sono il corpo e l’anima? Cosa l’amore? Di fronte a uno specchio che riflette un’immagine diversa e insieme sempre la stessa, la protagonista offre al pubblico la solitudine esistenziale di una donna che spalanca le gambe al mondo ma che, in fondo, rimane sulla sponda del fiume a guardare la vita scorrere, come se tutto poi non la riguardasse fino in fondo, e a farne versi sublimi, carnali, intrisi di Amore e Morte.
Elisa Pavolini si dona con grande generosità, cattura l’attenzione facendo scintillare nella luce dei riflettori le emozioni che viaggiano e arrivano fino al pubblico, e lo contagiano e ne risvegliano l’immaginario. Porta in scena, con la grazia di un corpo armonioso, la storia degli amori di Alda Merini, evocando la Bellezza che la scrittrice ha colto e tradotto in versi rovistando tra le miserie dell’animo umano.
Manuela Materdomini