Un ago. Ecco cos'è la scrittura di Erri De Luca in questo racconto lungo. Un ago, di quelli grossi, che servono a cucire tessuti pesanti, spessi, complicati.
L'incubo delle persecuzioni naziste a spese del popolo ebraico, un'infatuazione infantile di vacanze ormai dimenticate, la traduzione di un testo yiddish in italiano, sguardi continui che si incrociano e che sollevano mille domande, ricordi che si insinuano e che sconvolgono il presente di fronte a un passato torbido e a un futuro sempre più indecifrabile.
È bello questo continuo gioco del tempo, che ci incolla ala pagina, ma che nello stesso tempo allontana, e invita il lettore al ricordo personale, al confronto tra esperienze.
Questo libro è straordinario. Non so se ha riscosso successo, se è stato premiato, se è diventato 'cult', unico parametro di successo di questa società bacata.
So solo che è un piacere fisico leggerlo, viverlo. Ti lascia un buon sapore in bocca.
Magnifico.