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Col passar del tempo, però, l'attore si è scoperto un performer multitasking dotato di mutevoli talenti: regista, scrittore, sceneggiatore, produttore, musicista e studente modello di scrittura creativa oltre che abile interprete, Franco si è gettato sul corpus faulkneriano dimettendo qualsiasi velleità divistica per assecondare invece una convincente propensione indie. Il risultato è una trasposizione singolare - tutt'ora in fieri - dello stile non sempre accessibile del più grande cantore del southern gothic.As I lay dying (Mentre morivo nella versione italiana) rappresenta il primo degli adattamenti per lo schermo di Franco tratto dall'omonimo libro dello scrittore Premio Nobel (processo che proseguirà nel 2014 con la realizzazione de L'urlo e il furore, ingiustamente vilipeso all'ultima Mostra di Venezia), ed è, sia detto per inciso, una gioia per gli occhi e per la mente.La storia (sulla carta semplicemente inarrivabile) ci accompagna nelle miserande vicende della famiglia Bundren e del loro tentativo di seppellire la madre/moglie Addie a Jefferson, a 40 lontanissime miglia dal luogo in cui l'intero clan ha vissuto. È una famiglia colle toppe al culo, tipica di quel sud pulcioso e derelitto tanto caro allo scrittore del Mississippi. Franco ritaglia per sé il focale ruolo di Darl Bundren, figlio piromane della donna scomparsa, e decide iconograficamente di ricorrere ad uno straniante split screen per rievocare la frammentazione corale dell'opera di partenza. La lenta discesa agli inferi dei personaggi faulkneriani (cui talvolta fa da contraltare una inattesa redenzione) si esemplifica nei loro splendidi solipsismi, che intelaiano il mondo muovendo gli accadimenti e tracciandone labili - quanto sfumati - contorni. La suddivisione dello schermo diventa per il regista ciò che il flusso di coscienza, condensato in brevi capitoli chiusi, era per Faulkner: una gabbia stilistica che disvela un esercizio di profonda apertura poetica. L'immagine è qui fisicamente tagliata in due sezioni (fotografate in maniera stupenda) che mostrano scene che si svolgono in parallelo nello stesso luogo o in luoghi diversi, la stessa azione compiuta dallo stesso personaggio affrontata da un'angolatura differente.Tutti i componenti della famiglia Bundren sono anime ondivaghe, corpi martoriati che si trascinano alla cieca nella polvere scontando la vita come una lunga e inevitabile preparazione alla morte. A nessuno di essi è dato l'accesso ad una qualche forma di consapevolezza circa la propria dannazione e il loro unico tratto identitario risiede nell'essere figli di una madre che li ha iniettati del soffio energico di una Natura che sa essere beffarda. James Franco rimane fedele alla centralità che Faulkner attribuisce alle donne nella sua intera opera (e nello specifico alle donne-madri; rileggersi, al riguardo, quel gioiello che è Luce d'agosto), concedendo loro una peculiare sensibilità, quasi fossero le uniche in grado di mantenere intatto, tramandandolo alla prole, un primigenio impulso di verità immanente.
In Mentre morivo solo la defunta Addie, madre e quindi simbolo per eccellenza di fertilità e creazione, può dire della vita con lucidità, monologando (e qui le parole sono tutte prese di forza dal meraviglioso testo originale) sulla miseria della condizione umana e sul coro di miserabili che formicolano senza ritegno attorno alla sua bara. E infatti Franco le concede uno struggente flashback, facendo fluttuare la sua voce over sul ricordo del concepimento (adulterino) di uno dei suoi figli. Al contempo, se la figura del padre per Faulkner non brilla di alcuna specifica qualità - il papà dei Bundren, Anse, è un uomo certamente abietto e dedito all'opportunismo, ma egli è condannato in definitiva dalla sua stessa meschinità al medesimo tragico nulla cui sono destinati i suoi simili - nella concezione di Franco vi è un originale scarto che pone l'autorità paterna al centro delle disgrazie famigliari, diventano in soldoni, con la sua sorniona e cocciuta dabbenaggine, il motivo di buona parte dei drammi che affliggeranno il malaugurato percorso verso Jefferson. È uno spostamento importante, forse l'unico, timido - ma molto toccante! - tradimento del libro.Tra le partecipazioni di Tim Blake Nelson, Jim Parrack (True Blood), Danny McBride (Strafumati), Logan Marshall-Green (Prometheus) e Ahna O'Reilly (The Help), la pellicola è un intenso viaggio malinconico che il regista/attore ha voluto intraprendere «perché completamente soggiogato dal romanzo scritto da Faulkner durante le pause di lavoro, quando era fuochista presso la centrale elettrica dell'Università di Oxford. È ambientato nella contea immaginaria di Yoknapatawpha, location di molte altre opere dello scrittore. Ci ho lavorato sopra per oltre tre anni. Il libro mi è stato regalato da mio padre quando ero un ragazzo e lo lessi in un solo weekend mentre i miei amici erano fuori a divertirsi. Lo trovai veramente difficile, e mi concentrai per comprenderne ogni singola riga». A giudicare dall'efficacia del prodotto finale, Franco ci è riuscito perfettamente.
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