Magazine Società

Il trailer del film “L’infinita fabbrica del Duomo”, in sala da giovedì 31 marzo

Creato il 10 marzo 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Uscirà nelle sale cinematografiche giovedì 31 marzo, “L’infinita fabbrica del Duomo”, un film di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. Presentato all’ultimo Festival di Locarno, il documentario è un racconto poetico dedicato alla storia del Duomo di Milano. Ecco il trailer.

Esce in sala L’infinita fabbrica del Duomo di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti: da giovedì 31 marzo è nelle sale italiane distribuito da Lab 80 film.

Presentato all’ultimo Festival di Locarno, il documentario è un racconto poetico dedicato ai secoli di attività occorsi all’uomo per realizzare e mantenere il Duomo di Milano: un omaggio al lavoro infinito di marmisti, carpentieri, muratori, fabbri, restauratori e orafi, uomini senza volto che tengono in vita la grande cattedrale.

L’estrazione della pietra dalla cava, il trasporto delle statue, il cantiere marmisti, l’archivio storico della Veneranda Fabbrica (l’ente che ha dato vita al Duomo), la cattedrale vista di notte: il film di D’Anolfi e Parenti mostra un Duomo sconosciuto, in cui l’eterna grandiosità del monumento vive grazie al continuo laborioso impegno di uomini piccoli e senza nome, che non vedranno mai il risultato finale del loro lavoro.

L’infinita fabbrica del Duomo è il primo atto della quadrilogia Spira Mirabilis dei due registi milanesi, un lavoro che affronta il concetto di immortalità attraverso gli elementi della natura: il film dedicato al Duomo rappresenta l’elemento della terra. Immagini di forte impatto, nessuna voce fuori campo e, al suo posto, le scritte delle citazioni tratte dai testi su Milano e sul Duomo di  Guido Lopez, Silvestro Severgnini e Carlo Ferrari da Passano: il film di D’Anolfi e Parenti è un’opera artistica, in cui il racconto del Duomo va ben oltre l’idea della cattedrale intesa come istituzione cittadina per addentrarsi nella suggestione del suo valore simbolico e sacrale.

Spiegano i registi: “Abbiamo voluto rappresentare la tensione verso l’infinito, inteso come immortalità. Il Duomo incarna una forma di architettura che forse oggi non esiste più: è stato progettato quando i monumenti si facevano perché durassero per sempre. È il soggetto stesso che ci ha chiesto che tipo di film fare, il Duomo è un’opera artistica e ha voluto essere raccontato così”.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :