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Il treno è passato?

Creato il 09 marzo 2012 da Guidoeug @EugenioGuidotti

Perth, Australia, 9 mar 2012, ore 22:24, Britannia on Williams

Da quando sono arrivato in Australia e ho cominciato a scriverne su questo blog ho aggiunto nuove parole sensibili ai motori di ricerca. Alcune di queste sono Australia, vivere, trasferirsi. In poco più di una settimana ho riscontrato che le persone che leggono questo blog cercano su Google cose come Trasferirsi in Australia per sempre oppure vivere in Australia. Ma come si fa esattamente a mollare tutto e a rimanere qui per sempre? Ecco quello che ho capito io.

Tutti hanno la facoltà di chiedere al governo australiano un Working Holiday Visa, cioè un visto della durata di un anno, che permette a chi lo esibisce di lavorare in regola nel Paese. Da qui partono quasi tutti. Ma poi? Quelli che si innamorano di questo posto come fanno a far continuare il sogno? La cosa non è facile. Innanzitutto va detto che l’Australia è divisa in territori e che questi territori sono divisi in codici regionali, l’equivalente dei nostri codici di avviamento postale. Sul sito dell’immigrazione c’è un elenco di questi codici regionali che sono considerati speciali. Lo sono perché se si svolgono determinati lavori in queste determinate zone dell’Australia per almeno tre mesi su dodici, allora è possibile essere eleggibili per il secondo visto. Altrimenti è quasi impossibile. L’Australia emette questo permesso perché ha carenza soprattutto di braccianti. I lavori principali che permettono di estendere il visto sono il minatore, il contadino o il muratore. Facciamo un paio d’esempi. Se Paolo va a stare a Sydney per un anno e lavora in un negozio di scarpe per la durata del suo visto, sicuramente se ne tornerà a casa dopo dodici mesi. Se Matteo va a stare nei Northern Territories e raccoglie la frutta per tre mesi, allora molto probabilmente potrà rinnovare il suo Working Holiday Visa. Se si rinnova per il secondo anno e si lavora, comunque poi si ritorna a casa. A meno che non si dimostri al governo una determinata serie di cose elencata sul sito dell’immigrazione, questa è la vita dell’immigrato di oggi in Australia.

Quando ero piccolo e mi lasciavo sfuggire qualcosa, il mio papà mi diceva sempre “Hai perso il treno”. Il treno dell’Australia l’ho perso? Non lo so, per lo meno non ancora. Quello che so è che le file di persone davanti agli uffici di collocamento arrivano alla strada. Quello che so è che gli ostelli sono stracolmi e per alloggiare con continuità bisogna prenotare con settimane di preavviso. Quello che so è che il tizio che stava ieri alla reception mi ha detto che quest’anno c’è stato un boom di presenze del tutto inaspettato ed inusuale. Perché, gli ho chiesto. Tu perché sei qui? Per il lavoro. E’ la cosa che mi rispondono tutti. Il lavoro c’è, non si discute, ma a meno che non si riesca a provare una determinata esperienza in un determinato campo la concorrenza è spietata. Su gumtree.com.au, il sito di annunci più famoso d’Australia, c’è un annuncio ogni cinque minuti, a volte anche meno. Se lo si va ad aprire dopo quindici minuti, se il lavoro offerto è generico, si possono vedere anche quattromila visite ad annuncio. Quattromila visite in quindici minuti. Se il treno non è già partito, almeno qui a Perth, il controllore sta comunque dicendo di affrettarsi.

L’altro giorno sono stato a Freemantle, la cittadina portuale più vicina a Perth. Su moltissime insegne di negozi si può leggere un cognome italiano. Mi è stato detto che Freemantle è stata fondata proprio da colonie di italiani che sono andati a cercare fortuna lontano dalla patria in tempi di crisi. In tempi di crisi come questo. Devo confessare che mi sento un po’ immigrato. Mi sento dentro ad uno di quegli speciali di Rai Storia in cui si parla degli italiani nel mondo. La storia si ripete. Nei momenti bui la gente prende e va, scappa verso quei lidi che sembrano più floridi. non so se starò qui per sempre o se presto me ne tornerò a casa. Quello che so, anche se è poco e banale, è che qui si sta bene, che il governo è brillante ed onesto e che di opportunità ce ne sono a volontà. Aspettano solo di essere colte.



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