Il tribunale delle anime di Donato Carrisi, Longanesi, è un thriller complicato, un intreccio di storie che solamente verso l’inevitabile fine si fondono svelando ogni segreto. L’atmosfera è cupa e colma di mistero fin dalle prime righe del romanzo, due i filoni principali inizialmente sconnessi: uno vede il protagonista Marcus, un cacciatore del buio addestrato a riconoscere il male, impegnato nella ricerca di una ragazza scomparsa, ricerca che lo porterà ad altri omicidi, accompagnato da un misterioso vendicatore. Alla ricerca di Marcus è invece Sara, foto rilevatrice della scientifica e donna afflitta da un dolore immenso.
Diversi omicidi si susseguono, gli innocenti risultano colpevoli e alcune morti sono sospette fino al culmine del finale.
L’idea di raccontare l’inseguitore inseguito, a sua volta interrotto da capitoli che narrano vicende avvenute un anno prima compiute da un misterioso cacciatore, è molto interessante. Il ritmo del romanzo è altalenante, scorre veloce in alcune parti mentre in altre è lento e arranca. Ho apprezzato Roma come scelta geografica del dove avviene la storia narrata, nel primo romanzo Carrisi aveva omesso la geolocalizzazione e questo portava a mio avviso un timbro di incubo non reale.
Come già scritto in occasione de Il suggeritore le storie narrate sono davvero tante, troppe, il susseguirsi di personaggi apparentemente scollegati, porta il lettore a una difficile comprensione della trama, rendendo faticosa la lettura. Troppe inoltre le divagazioni di tipo artistico, storico e culturale inserite come parentesi da enciclopedia.
Sebbene continuo ad apprezzare le innegabili doti di Carrisi, ritengo anche in questo caso che il romanzo riporti troppi dettagli, storie e intrighi, l’idea di base è eccellente ma se la narrazione si concentrasse sul primo filone senza divagare in maniera eccessiva credo che l’autre potrebbe vantare un capolavoro.
Donato Carrisi
Longanesi
Pagine: 464
Prezzo: € 18.60