“Il male non si nasconde nel buio. E’ nell’ombra.”Genio: talento, disposizione naturale, attitudine a qualcosa. Quando ho associato questa parola allo scrittore intendevo proprio questo: talento, attitudine, disposizione a far funzionare una storia tenendo sempre tutto e tutti sul filo del rasoio. Trovo questa capacità da genio, probabilmente perché io non avrei nessuna abilità e la mia è tutta invidia imbattendomi in questa capacità altrui.Assolutamente questa descrizione non voleva in nessun modo togliere la genialità e la superiorità letteraria di un Pavese, di un Calvino, di un Marquez e di tanti altri a me sconosciuti che valgono ben di più di un “geniale”.
Ho iniziato la recensione in questo modo per evitare ulteriori fraintendimenti di qualsiasi natura.E’ il secondo libro che leggo di Donato Carrisi e ammetto che sono libri da alta attenzione. Scritti e articolati in modo che non si possa mai abbassare la guardia, il secondo a mio avviso migliore del primo. Sembra di costruire un puzzle, dove solo nel finale tutti i pezzi sembrano combaciare perfettamente.L’inizio è talmente nebuloso, ma pieno di suspence che l’ho riletto due volte per paura di aver perso indizi utili alla soluzione del caso.Si mi è piaciuto molto e se avete voglia di “perdere” un pomeriggio con un bel thriller questo ve lo suggerisco. Ambientato a Roma, con a complicare tutto una storia di penitenzieri, crea una tale magia che viene voglia a libro terminato, di partire e ripercorrere in loco l’itinerario degli indizi sparsi nel romanzo.Tutto funziona con maestria, tutto ti lascia con il fiato sospeso e in attesa di nuovi indizi per cercare di capire chi è il colpevole.“C’è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. E’ li che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso,incerto.”
Buona lettura
SimoCoppero




