Mentre l'attenzione di chi segue gli avvenimenti del sud est europeo in queste ultime ore è stata giustamente catalizzata dalla decisione della Corte internazionale di giustizia dell'Onu sulla legittimità dell'indipendenza kosovara, in un'altra corte, il Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia, sono state o stanno per essere prese altre decisioni non meno importanti e significative per quanto riguarda la regione balcanica.
La prima riguarda l'arresto ed il trasferimento all’Aja di Ramuš Haradinaj in base al mandato di cattura emesso in seguito all'accoglimento del ricorso della procura contro la sentenza che due anni fa aveva rimesso in libertà l'ex capo guerrigliero ed ex premier del Kosovo dopo il processo di primo grado nel quale era stato assolto dalle accuse di crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Un processo turbato e condizionato da intimidazioni ai testimoni, ha detto il presidente del Tpi, Patrick Robinson, alla presenza dello stesso Haradinaj. La decisione di ripetere il processo e l'arresto di Haradinaj erano stati confermati all’agenzia di stampa serba Beta dalla portavoce del Tribunale internazionale, Nerma Jelačić, proprio il giorno prima del parere della Corte internazionale di giustizia dell'Onu sulla legalità della secessione del Kosovo dalla Serbia.
Jelacic ha dichiarato all'agenzia Tanjug che il processo contro l’ex comandante dell’Uck e contro gli altri due accusati (il suo braccio destro Idriz Baljaj, anche lui assolto in primo grado, e Lahi Brahimaj, condannato invece a sei anni per aver partecipato a torture e atti di particolare crudeltà durante la guerra del Kosovo) è il primo ad essere ripetuto nella storia del Tpi.
I testimoni, Šefćet Kabaši e un'altra persona la cui identità è protetta per ragioni di sicurezza, hanno fatto parte dell’Uck a Jablanica e si sono rifiutati di testimoniare davanti al Tribunale anche se precedentemetne con le loro deposizioni avevano accusavato Haradinaj, Baljaj e Brahimaj di crimini commessi durante la guerrta del Kosovo contro serbi e albanesi nella zona di Dečani.
Haradinaj, per farsi processare nel 2005 si dimise dalla carica di primo ministro del Kosovo dopo soli cento giorni al governo
Dal Kosovo alla Croazia, dall'Operazione Tempesta con cui la Croazia riconquistò la Krajna dove i serbi avevano dichiarato la secessione. Dal processo a Ramus Haradinaj a quello contro Ante Gotovina.
La procura dell'Aja avrebbe chiesto una pena di 27 anni di carcere per l'ex generale Ante Gotovina, 23 anni per Mladen Markac e 17 anni per Ivan Cermak, ritenendo così che nel corso dei due anni di processo contro i tre ex generali croati, è stata provata la colpevolezza per i crimini commessi durante e dopo l'operazione "Tempesta". Queste le indiscrezioni riportate dai media croati tra cui anche da Novi List. Le alte pene richieste dalla procura dell'Aja non rappresentano nessuna eccezione dalla consueta prassi della procura dell'Aja, scrive il quotidiano di Fiume e aggiunge che la procura per tutto il tempo del dibattimento (303 giorni effettivi di lavoro), si comporta come se le sue accuse siano pienamente provate anche se spesso questo è lontano dalla verità.
Le parole conclusive verranno comunque dette tra il 30 agosto e il 2 settembre prossimi. La difesa, ovviamente, chiederà l'assoluzione dei tre generali croati cercando di convincere il Tribunale che l'accusa non e riuscita a portare prove sufficienti. Fino alla sentenza di primo grado, il consiglio del Tribunale può rinviare anche la decisione finale sui tanto contestati diari di artiglieria, i documenti relativi all'operazione Tempesta che, secondo la procura, dovrebbero dare informazioni importanti sulla colpevolezza dei tre generali. La difesa di Gotovina recentemente aveva insistito affinché al massimo entro lo scorso 30 aprile fosse presa la decisione sul contenzioso tra la Croazia e la procura dell'Aja relativo ai diari. Il Tribunale aveva però respinto questa richiesta della difesa di Gotovina.
Anche se non esiste un termine entro il quale il Tribunale dovrebbe pronunciare la sentenza di primo grado, secondo Novi List ci si aspetta che il giudice Alphons Orie prenda la decisione entro la fine dell'anno.
Con la collaborazione di Marina Szikora