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Il trionfo di Barack Obama, parla il Grande Elettore

Creato il 07 novembre 2012 da Webmonster @mariomonfrecola

Mentre scrivo, in Italia sono passati pochi minuti dopo mezzogiorno mentre a New York sono le sei della storica mattinata post-Obama-bis.
Sono alla ricerca del grande scoop, il servizio che verrà ripreso dal The New York Times e tradotto in centoventi lingue del mondo (compreso il pakhtu, un dialetto parlato solo in alcune tribù dell’Afghanistan orientale).

Col fiuto del grande reporter che mi contraddistingue da sempre, cerco in Rete uno dei 538 Grandi Elettori degli Stati Uniti che, in questa notte americana, hanno contribuito alla riconferma di Barack alla Casa Bianca per i prossimi quattro anni.

Mediante una serie di ricerche incrociate, interpolo i risultati di novantadue motori di ricerca sparsi per il web, filtro i milioni di dati utilizzando un algoritmo sperimentale, finalmente ottengo un numero di telefono: 1-800-698-44213412.

Senza esitazione, decido di buttare giù dal letto il mio Uomo, il Grande Elettore, colui che mi porterà dritto al trionfo. Con il premio Pulitzer già in tasca, sarò l’ospite più ambito, i talk-show dovranno sborsare fior di quattrini per avermi!

Compongo e attendo … una decina di squilli …nessuna reazione.
Insisto, finalmente risponde: «Yes?» chiede una voce assonnata.

«Sono un giornalista …» , poi conscio di parlare in italiano, mi blocco.
«Ehilà paisà, comm stai?» urla felice il Grande Elettore.

Questi emigranti – anche quando diventano personaggi affermati – sono sempre entusiasti di sentire qualcuno che li colleghi alla loro terra natia.

«Parla italiano? Senta, devo scrivere un articolo su Obama e vorrei usarla come fenomeno da baraccone … ehm cioè testimone … giusto per stare sul pezzo»
«Good, good paisà, vai cu o scoop!» ribatte il testone.

E così parte l’intervista del secolo.

 

Obama ed il Grande Elettore

 

«Contento dell’esito del voto?» chiedo per rompere il ghiaccio.
«Paisà, Obama m’ha promesso 50$ per il voto ed un cesto di pasta. Fine e mo’ ho avut solo a past. Wait, se nu paga go a a casa bianca» incalza in un italiano atavico.

«Si rende conto che quest’accusa potrebbe provocare le dimissioni del Presidente appena eletto? Una moderna Watergate?» farfuglio imbarazzato
«Paisà, scurdammoce o passato e pensamm o futuro» si corregge con una prontezza di spirito ed un’astuzia tipica di chi viene dal basso.

«Ma lei è un Grande Elettore?» domando confuso.
«Paisà, so ciccione e I like magnà … now negli States my name è Big Pizza» esita l’italo-americano pescato dal web.

“Questo idiota mi sta rovinando il pezzo” – rifletto freddo – “devo chiudere prima che salta lo scoop” concludo cinico.

«C’è un’interferenza sulla linea internazionale, la chiamo io più tardi, lei non si faccia vivo» taglio corto.
«Paisà io ti sento very well … »

E riattacco senza nemmeno dargli il tempo di insistere.

Sognavo l’intervista esclusiva ad un Grande Elettore e mi sono ritrovato un Grande Idiota come interlocutore.
Le vie della Rete sono davvero infinite.

 

MMo



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