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Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 12: Eddard

Creato il 19 febbraio 2012 da Martinaframmartino

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 12: EddardTorna Ned, e abbiamo un altro capitolo densissimo. Per forza, per ora sono solo gli adulti che tramano o che hanno scheletri nell’armadio. Quindi con Catelyn provavamo a dare uno sguardo al gioco del trono, con Eddard facciamo un breve viaggio nel passato. Gli altri devono ancora costruirsi i loro incubi personali, ma ci riusciranno benissimo. Anche i più piccoli.

Vennero da lui prima dell’alba, quando il mondo è ancora immobile, plumbeo” (pag. 125). Frase bellissima, ti aspetti chissà che cosa, e invece è solo la convocazione per andare a fare una cavalcata con un vecchio amico. Sulla scena è proiettato un tono inquietante che le immagini successive spazzano via, dimostrando come Martin sia bravissimo a prenderci in giro. Prima abbiamo paura per queste figure che arrivano presto, quando ancora si dovrebbe dormire, e rompono la serenità della notte. Poi ci rilassiamo, e pensiamo che era solo un’immagine passeggera ma che invece non stia accadendo nulla di inquietante. Ma di cosa parlano questi due? Che cosa c’è fra di loro? Motivi per sentirsi inquieti ce ne sono in abbondanza, anche se Martin ci convince che non ci sia nulla di strano e che possiamo stare tranquilli. Fra l’altro, lo vedremo, Ned ha i suoi bravi incubi, immagini che vengono da lui prima dell’alba e che continuano a tormentarlo dopo tutti questi anni.

E poi i due iniziano a parlare del passato, con Robert che accusa Ned di non essere mai stato un ragazzo. “Eppure mi ricordo di quella tua ragazza… quella popolana” dice Robert in italiano (pag. 126), contraddicendosi sall’istante perché subito dopo gli chiede il nome e afferma che l’amico non gli abbia mai detto che tipo era. Quindi lui cosa ricorda? Solo che “yet there was that one time…”, che c’era stata quell’unica volta. Una volta sola dunque, come ribadito subito sotto da Robert, ma se Ned non è mai stato un ragazzo, ed è stato sempre molto legato all’onore al punto da essere definito inflessibile, come ha potuto dimenticarsi di tutto per un’ora di divertimento? Eddard fa anche un nome, “Wylla”, dice in italiano, “Her name was Wylla” dice in inglese, usando un tempo passato che ci fa capire che o la donna è morta o che è uscita definitivamente dalla sua vita. Nome da ricordare, sia perché Catelyn aveva pensato che la madre potesse essere Ashara Dayne, e qui ci viene detto tutt’altro, sia perché lo spettro di questa donna (in senso metaforico, non letterale) tornerà più avanti nella saga. Comunque Ned dice anche una frase molto significativa, che “agli occhi degli uomini e degli dei” lui ha disonorato sé stesso e Catelyn. Agli occhi degli uomini e degli dei? Non davvero? È solo una curiosa espressione, o lui ha disonorato Catelyn solo pubblicamente? Anche perché il lord di Grande Inverno continua a battere sul tasto che lui si era appena sposato, e quindi il suo gesto era qualcosa d’inconcepibile. Noto che i due si conoscevano a stento, cosa che ci aveva già detto anche Catelyn nel suo secondo capitolo. Chi la conosceva era Brandon.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 12: Eddard
Nel discorso rientra anche una menzione di Baelor il Benedetto, quindi George inizia a costruire con piccoli accenni una storia passata. Non che Baelor sia davvero importante, al di là di una scena che si svolge davanti a una statua che lo raffigura, ma gli scrittori devono sapere del loro mondo molto più di quanto non ci dicono, se vogliono davvero che sia credibile e realistico.

Vediamo le tombe dei Primi Uomini, e ricordo che il loro sangue scorre nelle vene degli Stark. Il mondo, ancora una volta, ma anche un elemento importante per il proseguimento della saga.

Lo scopo della conversazione è legato a un messaggio di Varys, il Ragno tessitore. Con un soprannome del genere, ovvio che iniziamo a guardare subito con diffidenza Varys. Altieri ci informa che “Un tempo aveva servito Aerys Targaryen, ora serviva Robert Baratheon” (pag. 127), ma Martin non si era limitato ad accostare i due tipi di servizi e aveva scelto di paragonarli, “He served Robert now as he had once served Aerys Targaryen”, e a me viene da chiedermi se davvero serva i due sovrani allo stesso modo.

Bene, Varys ci porta un messaggio da parte di Jorah Mormont. Ancora non conosciamo Jeor, e il fatto che i due siano padre e figlio dà uno strano effetto, ma qui c’è la prova che Jorah è un traditore. Solo che io la prima volta me ne sono dimenticata. Troppi nomi da ricordare, e poi finché è con Dany e Vyseris lo schiavista si comporta in modo irreprensibile. Abbiamo un piccolo spaccato sulla sua vita passata, e su come Ned abbia preso certe sue azioni, ma il punto è un altro: il matrimonio fra Daenerys e Drogo, avvenuto nel capitolo precedente.

Perché il messaggio possa essere arrivato ci deve essere una sfasatura temporale, il capitolo di Dany in realtà si riferisce a fatti avvenuti qualche tempo prima. Una sfasatura importante c’è con certezza, ed è relativa al numero di guerrieri comandati da Drogo. Robert ritiene che siano centomila (pag. 129), ma l’intero khalasar era presente al matrimonio, con i suoi quarantamila guerrieri (pag. 113). Meno della metà, rivelando una differenza enorme fra i si dice e la realtà. Un’altra cosa da ricordare è di non fidarsi mai di quel che non vediamo direttamente. Le voci, qualunque sia la loro fonte, possono essere terribilmente sbagliate.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 12: Eddard

Secondo volume dell'edizione economica tedesca. Quand'è che smetteremo di avere personaggi seminudi in copertina?

Prima di questo gioco di numeri però abbiamo ancora un’immagine che viene dal passato, quella dei due figli di Rhaegar e della loro madre ammazzati per ordine di Tywin Lannister. Per Robert, che odia i Targeryen con tutta l’anima, è un’azione di guerra. Per Ned, che vorrebbe fare giustizia in ogni occasione, è un omicidio. Ned protegge i bambini, sempre, anche i figli dei nemici, anche a costo di litigare con il suo miglior amico nel bel mezzo di una guerra.

Robert ci parla di Lyanna stuprata da Rhaegar e lascia spazio alla sua rabbia. “Li ucciderò, Stark, tutti. Scompariranno dalla faccia della terra come i loro draghi” (pag. 129) scrive Altieri, ma come spesso accade Martin è molto più diretto e personale: “I will kill every Targaryen I can get my hands on, until they are as dead as their dragons”. Intanto Martin non usa il cognome Stark, e non capisco perché Altieri debba far specificare a Robert con chi stia parlando, visto che lì ci sono solo loro due, né perché debba usare il cognome. Quando io parlo con un amico lo chiamo per nome, non per cognome, e l’uso del cognome mi infastidisce fin da quando, tanti anni fa, ho visto I predatori dell’arca perduta in inglese. A un certo punto Marion, rinchiusa in una cesta, viene portata via da uomini al servizio dei nazisti. Lei non può fare nulla tranne che urlare, e in italiano la sentiamo gridare più volte Jones! Jones!. In inglese però lei urla Indy! Indy!

Ci vuole davvero tanto a usare il nome scelto dall’autore originale? O a non usarlo, se l’autore non lo usa? Nome a parte, il cambiamento è notevole e per il peggio.

In italiano vediamo l’odio di Robert per i Targaryen, ma in inglese questo è molto più personale. Il re vuole uccidere ogni Targaryen su cui riuscirà a mettere le mani, e questa simpatica cosa la dice subito dopo che Ned ha ricordato lo spietato omicidio di due bambini, colpevoli solo di essere figli di Rhaegar. Ce n’è da far suonare campanelli d’allarme nella sua testa.

Dai Dothraki il discorso passa al Protettore dell’est, e viene citato Stannis. All’inizio non capivo perché fossero tutti così diffidenti verso un ottimo soldato, fratello leale e uomo giusto. Poi l’ho incontrato, e Stannis è davvero troppo… Stannis per farsi amare da qualcuno.

Robert confessa di aver promesso il titolo allo Sterminatore di re, e Altieri si dimentica di tradurre “The rumors were true, then”, le voci erano vere, dunque. Noto qui che nei romanzi Robert non dimostra nei confronti di Jaime tutto il disprezzo che gli riversa addosso nella serie televisiva. HBO ha voluto accentuare il contrasto fra i personaggi e rendere più evidente chi è il cattivo, e per una stagione la cosa può anche funzionare. Però poi le cose cambiano, e mi sa che potranno avere delle difficoltà.

Ned decide di dire finalmente al suo amico la verità su quanto avvenuto dopo la Battaglia del Tridente e rievoca l’esercito Targaryen che “cominciò a ritirarsi” (pag. 131), o forse “broke and ran”, rompe la formazione e scappa, mentre Aerys si trova nella Fortezza Rossa. E qui Altieri si diverte a dare titoli, perché Ned, che non è il tipo da girare il coltello nella piaga o da infierire su un morto, dice solo Aerys, e Altieri scrive Aerys il Folle. Del resto anche nel prologo quando ser Waymar aveva urlato “for Robert!” noi avevamo letto “per re Robert!” (pag. 17). Giusto per essere sicuri di chi si sta parlando.

Ned rievoca quei momenti drammatici, con gli uomini dei Lannister che prendono la città col tradimento e la consegnano agli Stark come uno degli ultimi atti di una guerra divampata per oltre un anno. E scopriamo che Ned, inflessibile, onesto, sincero, è capace di mentire, e di dire menzogne anche per parecchi anni. “Per quattordici anni era stato costretto a coesistere con le sue stesse menzogne, e ancora adesso tornavano nei suoi incubi” (pag. 132). “Trouble sleep was no stranger to him. He had lived his lies for fourteen years, yet they still haunted him at night.” Eccole qui le difficoltà a dormire di Ned intraviste nella prima riga. Difficoltà, incubi, legati a diverse bugie (lies) risalenti a quattordici anni prima. Non all’inizio della guerra, che durava già da oltre un anno, ma alla fine. Ned pensa alle bugie, e subito dopo rievoca Lyanna. Potremmo dire che è un accostamento involontario, dettato dalle parole di Robert, anche se solo in Italia sappiamo che la sua richiesta di una promessa la giovane l’ha fatta “prima di andarsene per sempre” (pag. 132).

Scopriamo che Robert avrebbe preferito Lyanna al trono, e apprendiamo dell’oscuro peccato di Jaime Lannister, seduto proprio sul trono quando Ned è entrato nella sala. Nel discorso le altierate sono parecchie, ma indicarle tutte mi porterebbe via troppo tempo. E poi mi chiedo quante sono davvero significative, e quante non siano solo legate la gusto e alla sensibilità. L’unica cosa che noto è che alla fine Ned non comincia “a dubitare che ci fosse qualche altra cosa, al di là delle parole, che sarebbe servita” (pag. 133). No, quello che prova è “a vast sense of helplessness”, un senso d’impotenza così vasto che rischia di schiacciarlo.

 

Sotto la foto spoiler da Il portale delle tenebre.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 12: Eddard

Robert non pensa che Jaime succederà tanto presto al padre come lord di Castel Granito. Al di là del fatto che, poiché fa parte della Guardia reale, teoricamente Jaime non può diventare lord, i personaggi farebbero meglio a piantarla di fare previsioni. Dopotutto, lord Tywin non caca oro.

 

Sotto la foto spoiler da I guerrieri del ghiaccio.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 12: Eddard

Nella discussione fra Ned e Robert sono presenti alcune altierate. Suppongo ci siano anche in altre scene, ma se per esempio cambiano un po’ i dettagli del matrimonio di Dany la cosa per noi cambia ben poco. Qui, quando ci sono di mezzo molti segreti oscuri e dolorosi, una frase tradotta male può cambiare tutto per la storia.

Altieri ci dice che “Anche Rhaenys Targaryen era poco più di una bambina quando l’avevano fatta uscire in lacrime da sotto il letto dove si era nascosta per passarla a fil di spada” (pag. 128) mentre Martin ci dice che “It was said that Rhaegar’s little girl had cried as they dragged her from beneath her bed to face the swords”. In italiano l’uccisione dei figli di Rhaegar è un dato di fatto, in inglese it was said, si dice. E infatti nei Guerrieri del ghiaccio ritroviamo Aegon vivo e più in forma che mai. Fra l’altro Rhaenys viene uccisa con le spade e rimane riconoscibile, al presunto Aegon spappolano il cranio e lo rendono irriconoscibile.

 

Sotto la foto spoiler da La danza dei draghi (A Dance with Dragons parte 3)

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 12: Eddard

Più in su ho scritto “He served Robert now as he had once served Aerys Targaryen”, e a me viene da chiedermi se davvero Varys serva i due sovrani allo stesso modo.

Ovviamente no, come ben sappiamo. L’interrogativo l’ho avuto solo all’inizio, ma già in questo volume vediamo Varys complottare con Illyrio Mopatis, nei Guerrieri del ghiaccio vediamo che i due riescono a tirar fuori dal cilindro Aegon Targaryen e alla fine di Dance… abbiamo letto tutti cosa ha fatto nell’epilogo, giusto? Se la risposta è sì non servono altri commenti, se invece è no non sarò certo io a dare una spiegazione.



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