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Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 13: Tyrion

Creato il 22 febbraio 2012 da Martinaframmartino
Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 13: Tyrion

La copertina dell'edizione francese della seconda parte di A Game of Thrones

Tyrion in viaggio verso la Barriera, in un momento in cui i viaggi sono semplici e chi parte sa che arriverà a destinazione, e che ci arriverà tutto intero. Fa freddo, ma direi che questo è un problema marginale. Nella sua Tough Guide to Fantasyland Diana Wynne Jones ha citato le condizioni metereologiche avverse come uno dei topos che troviamo regolarmente nei fantasy. Se qualcuno deve viaggiare piove, e se deve attraversare delle montagne le tempeste di neve arrivano sempre puntuali… come la neve del prossimo inverno, direbbe uno Stark. E l’inverno sta arrivando. No, Tyrion ha semplicemente freddo, e a volte ha la lingua troppo lunga, ma a parte questo va tutto bene. E se qualcuno si troverà in una tormenta di neve questo non avverrà ancora per molto tempo, e i primi intoppi saranno di tutt’altro genere. Ma forse è meglio parlare di questo capitolo e non di eventi ancora tanto lontani da essere nascosti dalle nebbie del tempo.

Il Nord è enorme, e attraversarlo è faticoso. Non tutti gli scrittori si rendono conto di quanto possa essere semplicemente stancante continuare a viaggiare. Sì, il lavoro lo fa il cavallo, ma anche stargli sopra tutto il giorno non è comodissimo, specie se non si è abituati. Ora uso la bici tutto l’anno, ma quando abitavo fuori Milano la prendevo solo nel periodo fra la primavera e l’autunno, in inverno reputavo le strade troppo pericolose, senza considerare che faceva buio troppo presto e il buio aumenta i rischi, specie sulle strade che all’epoca mi trovavo a percorrere. E la prima volta che prendevo la bici dopo qualche mese, ogni anno, scendevo dal sellino con le gambe e il sedere rigidi, dopo solo mezz’ora di pedalata. Non oso immaginare cosa significhi cavalcare per giorni.

Il realismo è importante, soprattutto in un fantasy. Se lo scrittore vuole che il lettore creda nella magia e altre in cose che sappiamo che non esistono deve costruire un mondo solido, altrimenti crolla tutto. Robert Jordan, per esempio, collezionava spade, e ha impugnato personalmente ciascuna delle armi che ha inserito nella Ruota del Tempo. Quando descriveva le sensazioni e le reazioni di chi impugnava le armi, voleva conoscerle davvero. Sapere quali effetti potevano avere peso e bilanciamento. Solo così i suoi duelli diventavano realistici. E io continuo a divagare.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 13: Tyrion

La copertina della prima parte dell'edizione greca di A Game of Thrones

Rivediamo Spettro, e in ben due punti in questo capitolo (pag. 136 e pag. 143) viene sottolineato come l’animale non emetta mai alcun suono. Ne avevo parlato nel primo capitolo, quando Jon sente Spettro e torna indietro a prenderlo. O è un errore di Martin, che ha scritto quella frase e solo in seguito ha deciso di rendere muto l’animale, o Jon lo ha percepito più che sentito con le orecchie.

Iniziamo a scoprire qualcosa sui Guardiani della notte, visti finora quasi solo nel prologo. Lì c’erano tre guerrieri, di cui uno un ex bracconiere e un altro un nobile con la puzza sotto il naso, ma comunque guerrieri. Non feccia, come sembra qui vedendo stupratori e gente che puzza. Yoren non desta una bella impressione al suo primo apparire, ma è in gamba e, come sa chi ha già letto il seguito, è pure importante per la trama. E poi avevamo visto Benjen, uno Stark in tutto e per tutto con la sua intelligenza e il suo senso dell’onore. Ma i Guardiani della notte non sono tutti così, e iniziamo a scoprirlo ora. Povero Jon, con Tyrion che non pensa “Forse il giovane Snow cominciava a capire di aver commesso un madornale errore credendo che la confraternita dei Guardiani della notte fosse composta da uomini come suo zio” (pag. 137). Sergio Altieri ha colpito ancora, visto che la frase originale è “No dubt the boy had made the mistake of thinking that the Night’s Watch was made up of men like his uncle”, nessun dubbio che il ragazzo avesse fatto l’errore di pensare che i Guardiani della notte fossero composti da uomini come suo zio. Il senso è lo stesso, ma l’atmosfera della scena cambia un po’. Nessuna enfasi sul cognome da bastardo ma piuttosto sull’età, frase più certa e meno dubitativa, nessun accenno a un inizio di comprensione che viene invece lasciato sottointeso. Piccoli dettagli, che comunque cambiano il tono del romanzo anche perché sono davvero molto frequenti. Quelli che segno non sono che una parte di quelli che trovo, e non li sto davvero cercando visto che leggo in sequenza le due versioni dei capitoli e non in parallelo.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 13: Tyrion

La copertina della terza parte (su cinque!) dell'edizione economica giapponese di A Game of Thrones

Un Lannister non rifiuta niente, eh? E sappiamo anche che un Lannister paga sempre i suoi debiti. Proprio una bella famiglia, da stargli il più lontano possibile. Tyrion è davvero un bel personaggio, ma quante volte non sono stata tranquilla in sua presenza perché alla fin fine lui è un Lannister? Probabilmente.

Eddard ha prestato al Folletto alcuni volumi della sua biblioteca, e la decisione mi sembra ottima. E il nano legge di draghi, e delle proprietà dell’osso di drago. Rivediamo i teschi con i suoi occhi di ragazzo, e scopriamo qualcosa della storia passata del continente. Diciannove teschi, il più vecchio che ha oltre tremila anni. I draghi sono esistiti per un bel pezzo, anche se si sono estinti da un secolo e mezzo. Rivediamo i tre draghi di Aegon, e leggiamo qualcosa della Conquista, avvenuta “tre secoli prima, quando i Sette Regni erano ancora separati e non province di un unico, più vasto reame” (pag. 140), o forse “close on three hundred years ago, when the Seven Kingdoms were kingdoms, and not mere provinces of a greather realm”, quasi trecento anni prima, quando i Sette Regni erano regni e non semplici province di un reame più grande. Re Loren di Lannister è sopravvissuto al Campo di fuoco, sempre fortunati questi Lannister, mentre re Mern dell’Altopiano è finito arrosto con tutto il suo esercito e, come ci spiega l’appendice e come probabilmente ci dice anche Martin in qualche altro punto, il suo attendente Harlen Tyrell ha giurato fedeltà ai Targaryen ed è diventato il lord di Alto Giardino. Cosa che, mi sa, i Florent non hanno gradito. Piccolo dettaglio: tutti hanno la memoria lunga e i torti, veri o supposti che siano, anche se avvenuti in un lontano passato, non vengono mai dimenticati.

Arriva Jon, e i due parlano di libri “Io ho la mente” spiega Tyrion (pag. 141) “e per continuare a essere un’arma valida, la mente ha bisogno dei libri”. Messaggio per chi non ama la lettura: la mente ha bisogno dei libri, altrimenti si atrofizza e diventa piccola e stortignaccola come le gambe di Tyrion. A proposito di testa, Tyrion è stato capace di progettare la sua sella, e disegnare selle, a quanto pare, è un lavoro che per fortuna gli viene bene. Qualcun altro, in questo stesso volume, gradirà.

Il Folletto prova a far riflettere Jon sui suoi rapporti con gli Stark. È brutale, non c’è dubbio, ma la visione del comportamento di Catelyn non è certo piacevole. Però è in errore quando dice che sulla Barriera i pericoli sono rari, noi lo sappiamo fin dal prologo. Si tratta solo di vedere come, quando e con che forza verranno fuori i problemi. Per ora il viaggio prosegue, con le sue amarezze e le sue delusioni.

 

Sotto la foro spoiler da Il portale delle tenebre.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 13: Tyrion

Jon dice che ha buoni rapporti con gli Stark, e a parte con Catelyn e, in misura minore con Sansa, è vero. Però, quando Stannis gli offre Grande Inverno ricorda quando, da ragazzino giocava con Robb, e ricorda la sua reazione all’affermazione scherzosa di essere lord di Grande Inverno. Ci sono tarli che rimangono dentro, e magari rodono anche se non ce ne rendiamo conto.

 

Sotto la foto spoiler da Il dominio della regina.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 13: Tyrion

In realtà qui metto insieme diverse cose, con riferimento alle pagine 138-143. Ned presta a Tyrion alcuni libri, e la cosa è solo positiva visto che il mancato assassino di Bran dà fuoco alla biblioteca. Almeno questi libri si sono salvati, ed erano libri rari. Tyrion legge dei draghi, e la sua lettura lo accosta molto ai Targaryen con la passione fin da ragazzo, il fascino che prova nei confronti dei teschi e il suo dispiacere per la scomparsa di questi maestosi animali.

Legge dell’osso di drago, e forse quanto legge potrà essere utile in futuro contro gli Estranei. L’ossidiana è chiamata vetro di drago, e come scopre Sam è utilissima. Possono essere utili le ossa? Ad Approdo del Re ce ne sono in abbondanza. Comunque, cosa si può celare nei libri? È per scoprirlo che Jon manda via Sam, e ora siamo in attesa di qualunque cosa utile possa venirne fuori. Certo Jon non è più il ragazzino che chiede a Tyrion a cosa serva leggere, ormai ha scoperto l’utilità della conoscenza.

Tyrion non sa che i draghi sono di nuovo in vita, o meglio che lo saranno a breve, e fa un po’ sorridere leggere del dispiacere per la loro estinzione. Starebbe proprio bene al Folletto se un giorno potesse cavalcarne uno, ma prima ci deve arrivare, da un drago. E i viaggi sono tutt’altro che semplici, come ci ha dimostrato lui quando, nel viaggio verso Approdo del re, è stato catturato da Catelyn, e come ci hanno dimostrato le vicende di Arya. Però almeno da Il portale delle tenebre ho smesso di diffidare di Tyrion, chissà come mai. Ma se davvero vuole cavalcare un drago il Folletto deve prima dar capire all’animale che anche nelle sue vene scorre sangue di drago.



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