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Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: Catelyn

Creato il 24 marzo 2012 da Martinaframmartino

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: CatelynAltro capitolo che va in profondità, e che ci riporta a importanti avvenimenti del passato. In fondo fra i punti di vista di questo romanzo sono Catelyn e Ned, soprattutto il secondo, ad aver vissuto avvenimenti cruciali, e quindi da loro possiamo scoprire cosa è davvero accaduto. Poi c’è Tyrion, che è intelligente e arguto, ma all’epoca dei fatti era un bambino e quindi non era ancora coinvolto in nessun intrigo. Quello che scopriamo con lui deriva dalle sue indagini. Daenerys era una neonata, anche se ogni tanto pure con lei ci sono delle belle rivelazioni perché a volte le vengono dette cose molto interessanti. Con Jon abbiamo avventura, pericolo ed elementi fantasy, anche se quando scopriamo l’identità di un certo Guardiano della notte ci rimaniamo di sasso. Ma quanti retroscena nascosti ci sono in questo libro? Sansa, Arya e Bran, così giovani, sono il futuro, ammesso che riescano a sopravvivere ai libri. A volte anche loro ci rivelano cose importanti, ma hanno bisogno di crescere e maturare un po’ per diventare più attivi. Non che non li ami, almeno gli ultimi due. Sansa è troppo una Lady, ed è troppo scioccamente innamorata di Joffrey, per avere le mie simpatie.

 

Catelyn arriva ad Approdo del Re, malgrado una tempesta. Dubito che sia questa la tempesta vista da Bran nel capitolo precedente. Considerando le altre sue visioni, è qualcosa di più grosso e di natura diversa. Un po’ mi ricorda Nynaeve, che a un certo punto della Ruota del Tempo di Robert Jordan non predice più solo i mutamenti climatici. No, lei percepisce pure i mutamenti sociologici.

Quelli di Tyrosh amavano i colori sgargianti perfino per quanto riguardava la barba” (pag. 189), perciò quando incontreremo qualcun altro che ha quest’abitudine vediamo di non stupircene. È un dettaglio insignificante, avrei potuto fare a meno di citarlo, ma serve a sottolineare come Martin, anche con parecchio anticipo rispetto a quando ci presenterà il tizio in questione, ha le idee chiare sul suo mondo. Se si vuole costruire un’ambientazione che stia in piedi bisogna conoscerla davvero, anche nei dettagli minuti, e anche se non se ne parla. Il lettore non ha bisogno di sapere tutto, in fondo un romanzo non è un trattato, ma lo scrittore deve conoscere il suo mondo e darci all’occorrenza tutte le informazioni che ci servono.

Da questo capitolo ho tratto la gran parte delle informazioni su Approdo del Re che ho inserito in un articolo che uscirà nel quinto numero di Effemme. Per la rivista sono riuscita a scrivere ben cinque articoli, anche se al suo interno ce ne saranno solo tre. Con due ero clamorosamente andata fuori tema, e verranno pubblicati in un’altra occasione. Erano interessanti ma non c’entravano nulla col resto, a meno di essere davvero molto elastici. Devo fare attenzione, tendo a chiacchierare un po’ troppo a ruota libera e a soffermarmi solo sui temi che interessano a me. Anche nell’ultimo articolo dedicato a Terry Brooks che ho pubblicato su FantasyMagazine ho dovuto cancellare una frase che avevo già scritto. Suonava troppo da blog e troppo poco da giornale. L’articolo è questo: http://www.fantasymagazine.it/notizie/16556/the-dark-legacy-of-shannara/, e dove ho scritto “Solo che mentre altri scrittori rimandano continuamente la pubblicazione di romanzi attesi da tempo Brooks si è trovato nella situazione opposta: qualche mese fa si è accorto di essere in anticipo sulla tabella di marcia” avevo inserito un inciso che diceva “ogni riferimento a George R.R. Martin non è puramente casuale”. No, sul blog va bene, ma sui giornali certe cose non si scrivono. Il mio è un articolo, non una chiacchierata informale come quelle che faccio qui. Anche se un riferimento a Martin in quell’articolo c’è, e non è uno di quelli che aiutano a stare tranquilli.

Più in basso nell’articolo ho scritto “Questa è l’ultima serie per la quale Brooks si è avvalso della collaborazione di Betsy Mitchell. In una carriera lunghissima, iniziata ufficialmente con la pubblicazione della Spada di Shannara nel 1977, Betsy è stata solo la terza editor di Terry, che in precedenza aveva lavorato al fianco di Lester e Judy-Lynn del Rey. Da gennaio a lavorare con lui c’è Anne Groell, già editor di George R.R. Martin e delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.” Se non conoscete la Groell vi rimando a questo articolo: http://www.fantasymagazine.it/notizie/15003/a-dance-with-dragons-lavori-dietro-le-quinte/.

Anne, come ha riconosciuto lo stesso Martin, è stata importantissima nella realizzazione di A Dance with Dragons, anche se ritrovare la citazione precisa mi richiederebbe troppo tempo. In compenso ho la citazione di Brooks, il quale, pur riconoscendo le qualità della Groell (http://sf-fantasy.suvudu.com/2011/10/terry-brooks-notes-on-his-writing-future.html) ha affermato che “I have only had 3 editors in my professional life, and every time I lose one of them I want to jump off a cliff”, ha avuto solo tre editor nella sua vita professionale, e che ogni volta che ne ha perso uno avrebbe voluto buttarsi da una scogliera. Questo perché autore e editor lavorano a stretto contatto, e se non sono affiatati la scrittura diventa molto più difficile.

Dov’è il problema in tutto questo? Forse non c’è, anche perché Martin non ha detto nulla, e sappiamo quanto lui ami parlare di tutto ciò che lo riguarda e anche di molte cose che non lo riguardano. Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono pubblicate da Bantam, Brooks è pubblicato da Del Rey. Entrambe le case editrici fanno parte del gruppo editoriale Random House. La Groell sta continuando a occuparsi delle Cronache, vero? Vero?

Spero. Come ho detto, Martin non ha parlato di un cambio di editor. Se questo avvenisse, ci immaginiamo quanto potrebbe essere catastrofico in termine di tempi di attesa?

 

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: Catelyn
Torniamo a noi, nello specifico a Ditocorto. Ovvio, lui non può amare quel soprannome appioppatogli da Edmure. Ricordiamoci, Ditocorto è signore di un territorio piccolo e povero, e difficilmente la cosa gi fa piacere. In più è basso. Secondo voi cresce amando il suo prossimo, in particolare tutti quei lord che possono guardarlo dall’alto in basso in ben due modi?

Attenzione a quel che succede. Petyr cresce a Delta delle Acque con Catelyn, Lysa e Edmure. Lei vede il ragazzo come un fratello, lui invece si innamora, al punto da sfidare Brandon Stark per la sua mano quando viene annunciato il fidanzamento. Brandon è più grande di cinque anni. In più sa combattere. Forse non è una cima d’intelligenza, non è abile nelle sottigliezze politiche e non è dotato di un grande tatto, ma diamogli una spada in mano e vediamo come se la cava. Certo meglio di Petyr, che è molto più piccolo, basso e magro e che come arma principale ha il suo cervello. In pratica Ditocorto era talmente innamorato che si è suicidato, perché chiunque era in grado di prevedere come sarebbe finito il duello. Lui però lo fa lo stesso, si mette in gioco quando avrebbe potuto farne a meno. Certo, avrebbe perso la donna che amava, ma comunque non aveva nessuna speranza di tenerla per sé. Sergio Altieri fa dire a Catelyn “Implorai Brandon di risparmiarlo” (pag. 190), cosa un po’ diversa da “I had to beg Brandon to spare Petyr’s Life”, dovetti implorare. Lei ha dovuto implorare perché altrimenti Brandon non si sarebbe fermato e lei teneva alla vita di Petyr, o ha dovuto farlo per un senso del dovere nei confronti del protetto del padre legato al motto di famiglia “Famiglia, dovere, onore”? Indipendentemente dalla risposta giusta, Petyr non può certo provare molto affetto per Brandon.

A proposito di altierate, segnalo che secondo lui Catelyn dice che “È sempre stato molto abile, perfino da ragazzo. Però l’abilità è una cosa, la saggezza un’altra” (pag. 191). La parola usata da Martin è clever, intelligente, perciò secondo Catelyn “l’intelligenza è una cosa, la saggezza un’altra”. Mi pare giusto un po’ più forte.

Dopo l’episodio del duello Ditocorto viene allontanato. Prova a riprendere i contatti con Catelyn dopo la morte di Brandon ma lei, promessa sposa a Ned, non legge nemmeno la lettera. I tempi sono molto stretti. Catelyn e Brandon promessi sposi, duello fra Brandon e Ditocorto con ferimento di quest’ultimo, allontanamento di Ditocorto, morte di Brandon e fidanzamento fra Catelyn e Ned, lettera bruciata. I sentimenti sono vivi, brucianti (ehm…) e non c’è tempo per riflettere. Cosa aveva scritto Ditocorto in quella lettera?

 

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: Catelyn
Da notare anche che Altieri continua ad avere problemi con i numeri, cosa di cui avevamo già parlato. Qualche pagina prima Martin ci aveva spiegato che Ser Rodrik aveva sporcato i suoi baffi per ben tre volte prima di tagliarli, il buon Sergio taglia sul numero e non lo dice, e non capisco perché. L’informazione non cambia nulla ai fini della storia, ma se uno scrittore scrive qualcosa a me sembra giusto tradurla. Qui (pag. 191) va peggio, perché ci dice che la Fossa del Drago era in rovina “da centinaia di anni”. Ricapitoliamo: quasi trecento anni prima Aegon e le sue sorelle sono arrivate su una spiaggia boscosa e hanno eretto alcune costruzioni di legno. Con il tempo da quel primo insediamento è nata una città. La Fossa del Drago è il luogo dove i draghi vivevano, e noi sappiamo quando sono scomparsi i draghi. L’appendice, – per chi lo può vedere perché non ha comprato Le cronache del ghiaccio e del fuoco volume 1 – ci spiega che l’ultimo dei draghi muore nel corso del regno di Aegon III, durato fra il 131 e il 157. Aerys III è stato ucciso da Jaime Lannister nel 283, e da quel momento sono passati 15 anni, quindi siamo nel 298. I draghi sono scomparsi fra i 167 e i 131 anni prima. Un bell’arco di tempo, ma non centinaia di anni, e infatti Martin ha scritto che la Fossa è stata chiusa “for a century”, da un secolo.

Catelyn e Ser Rodrik prendono alloggio alla locanda, lui va a cercare informazioni e lei viene svegliata da una Guardia. La donna è perplessa, e pensa che se il re fosse giunto in città “sarebbe stato Ned a venire da lei” (pag. 195), o meglio, “Ned would be here too”, ci sarebbe stato anche lui. Ce ne sono altre, di altierate, ma davvero scriverle tutte è un massacro. Più interessante è notare come Catelyn non si fidi di Ditocorto, malgrado il passato comune, e come sappia che lui è ingannevole. Sa mostrarsi contrito, ma è contrito davvero?

Lei è anche preoccupata per cosa può sapere Varys (condito di altierata, ovviamente), e ci spinge a domandarci cosa ci sia da sapere. La prima regola con Martin è diffidare di tutto. Sempre.

Arriva Varys, ed è importante ricordare la descrizione. Tanto importante che ricordo che è a pagina 197. Calvo, grasso e profumato. Un vero eunuco, potremmo dire. Però, se pensiamo che lui è signore solo di ragnatele sotterranee e di spie lo sottovalutiamo enormemente. Dopo Varys tornano in scena la daga e il Folletto. Non male come colpo di scena.

 

Sotto la foto spoiler da Il trono di spade.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: Catelyn

Tyrion afferma che non scommette mai contro la sua famiglia. Non so perché, ma io sono sempre stata portata a credergli. Il suo essere un Lannister ha fatto sì che non fossi tranquilla in sua presenza, ma non dubito delle sue parole a meno di sapere con certezza che sta mentendo. E quindi, mente Tyrion, mente Ditocorto, Ditocorto si sbaglia o c’è stato un altro passaggio di mano per quella daga? La questione non è per niente oziosa, sulle parole di Ditocorto Catelyn ha imprigionato Tyrion, Jaime ha ferito Ned e ucciso Jory Cassell e nei Sette Regni sono scoppiati disordini mica da poco.

 

Sotto la foto spoiler da Il grande inverno.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: Catelyn

Noi lo sapevamo che non dovevamo fidarci di lui. Brandon ha quasi ammazzato Ditocorto, Ned si è sostituito al fratello nel prendergli la donna che amava. Come abbiamo potuto anche per un solo istante pensare che Petyr avrebbe aiutato Ned per il bene del regno? Lo voglio morto, piccolo essere schifoso. Non solo lui, ma fa parte della mia lista di nomi dell’odio. Chi sa cosa sia mi può capire, chi non lo sa lo scoprirà.

 

Sotto la foto spoiler da Il portale delle tenebre.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: Catelyn

Per prima cosa una sciocchezza che si riferisce a un volume precedente, anche se non ricordo quale. Più su ho scritto “I sentimenti sono vivi, brucianti (ehm…) e non c’è tempo per riflettere”. Parlavo di Catelyn e Ditocorto, ma intanto pensavo anche a Rickard Stark, arso vivo sotto gli occhi del figlio. Non sono solo le lettere a bruciare, nei Sette Regni.

Petyr era povero. Per questo, probabilmente, lord Hoster non lo ha mai considerato un pretendente adatto per una delle figlie. Però, con il titolo di Harrenhall, Ditocorto si è nobilitato. Non gli importava nulla di un castello maledetto, lui voleva il titolo per poter sposare la donna che amava. Peccato che lord Feh Feh (altro nome dell’odio, ovvio) abbia esagerato e l’abbia eliminata dal gioco, almeno da un punto di vista matrimoniale.

Ora, cosa c’era scritto nella famosa lettera? Non lo sappiamo, e probabilmente non lo sapremo mai, ma possiamo fare qualche ipotesi. Ditocorto è ferito gravemente. Lysa va da lui e insieme perdono la verginità. Lei è convinta che Ditocorto la ami, anche se nel delirio per sbaglio l’ha chiamata Catelyn. Lui è convinto che lei sia Catelyn, e pronuncia il nome della donna che ama. È febbricitante, Lysa non era ancora quella vacca grassa e ottusa che abbiamo conosciuto nei romanzi e nel suo desiderio di avere la sorella maggiore non si è accorto che fra le sue braccia c’era la minore.

Per questo Hoster caccia Ditocorto, perché gli ha deflorato una figlia e l’ha pure messa incinta. Lysa viene fatta abortire e sposa Jon Arryn, che come età potrebbe essere suo padre, perché a lui più che una vergine interessa una donna fertile, visto che in quel periodo di caos ha appena perso il suo unico erede. Lysa, da questo momento in poi, ha il dente avvelenato. Per forza, allontanata dal suo unico amore, costretta ad abortire e a sposare un uomo molto più vecchio di lei. Poi c’è modo e modo di reagire, e lei sceglie il peggiore. Intanto Ditocorto, convinto che Catelyn gli abbia donato la verginità, pensa che lei lo ami. Magari ne parlava pure in quella famosa lettera, e pensa che lei si sposi non per amore (visto che nella sua mente ama lui) ma perché lo vuole il padre, e per i Tully le cose più importanti, come ben sappiamo, sono famiglia, dovere, onore. Se lei fosse stata un po’ meno rigida e avesse letto la lettera forse ne sarebbe stata sconvolta, ma avrebbe potuto bloccare le macchinazioni di Ditocorto sul nascere. Se non altro avrebbe saputo che di lui non poteva fidarsi. In un regno il cui le informazioni sono il bene più prezioso (insieme a una buona spada, in certe occasioni) Catelyn ha fatto la sciocchezza di bruciarne un bel po’.

 

La daga è tornata in ballo, e ora sappiamo che l’assassino è stato mandato da Joffrey. C’è un solo motivo perché lui non è più nella mia lista dell’odio, visto che mi ha regalato un momento bellissimo. Bello quanto tanto la prova che le dicerie sulla provenienza dell’oro dei Lannister sono false. Comunque ora sappiamo perché Ditocorto ha associato la daga a Tyrion. Voleva seminare zizzania fra Lannister e Stark. Non sapeva a cosa avrebbe portato l’odio fra le due famiglie, ma era convinto di riuscire a venirne fuori tutto intero. In fondo lui è bravo negli intrighi ed è sempre pronto, oltre che a pianificare, a improvvisare sfruttando tutto ciò che le circostanze gli offrono. A differenza di Ned, tanto leale da esporre la schiena ai colpi alle spalle di un falso alleato.

 

Sotto la foto spoiler da I guerrieri del ghiaccio.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 18: Catelyn

Varys signore solo di ragnatele sotterranee e di spie? E Aegon dove lo abbiamo lasciato? Ok, Martin non ce lo ha detto fino al quinto romanzo, ma le ragnatele di Varys sono ben più vaste di quello che avremmo sospettato in un primo momento.



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